Non ho mai votato Berlusconi, non ho mai avuto nemmeno la tentazione di farlo. Ne ho sempre disprezzato i modi, le forme e i contenuti. Quegli stessi che tanta parte d’Italia ha amato fino a farlo restare li’, democraticamente eletto, per circa un ventennio.
Berlusconi – e ovviamente il berlusconismo – hanno rappresentato e rappresentano la forma di involuzione, regressione e imbarbarimento di un Paese che – ahime’ – ha storicamente la tendenza ad innamorarsi di figure populiste e un po’ tiranne: da Mussolini a Grillo. passando, appunto per il Cavaliere.
La conferma della condanna, dunque, non mi dispiace certo. Nemmeno mi rallegra, pero’. Non come segno di una “vittoria”. In un mondo normale e civile sarebbe stata inevitabile e sarebbe stata accompagnato da quell’interdizione, invece, rimandata. I giudici hanno fatto il loro lavoro e lo hanno fatto bene. Condannando un cittadino per un reato commesso e dimostrato. Nulla da eccepire.
“Come Al Capone” – ha detto qualcuno. Il gangster che la giustizia americana non riusci’ mai ad incastrare per le sue attivita’ criminali e che finì al fresco per evasione fiscale. Una cosa seria qui nel paese a stelle e strisce (come dovrebbe sapere la signora che ha erroneamente annunciato ai paladini di Berlusconi che la pena era stata cancellata, sfoggiando un cellulare con tanto di bandiera americana). Un paragone che, secondo me, mostra chiaramente, se ce ne fosse bisogno, che un intero paese è stato condannato ieri da quella sentenza e non per le ragioni patetiche che avanzano quelli del Pdl ma perchè nel dire una cosa del genere non ci si rende nemmeno conto che si paragona l’ex presidente del Consiglio ad un gangster che, diversamente da lui, non è mai stato eletto a capo del governo del suo paese.
Insomma, la condanna di Berlusconi oggi appare, simbolicamente, come il sipario che cala – finalmente – sullo scempio politico di un ventennio al quale gli elettori italiani, cioe’ quelli che senza tanto fragore potevano farlo anni fa, non hanno mai messo la parole fine.
Se Berlusconi uscirà di scena, e non ne sono proprio certa, non sarà perchè gli italiani hanno preso le distanze da lui e dal berlusconismo che regnerà sovrano chissà ancora per quanto tempo. Sarà perché per una volta la legge è stata (quasi) uguale per tutti. Nonostante noi.