Era dal 1994 che aspettavo questo giorno. Lui per noi ambientalisti ha sempre rappresento “quanto di peggio”. Uno che aveva costruito la sua fortuna sulle lottizzazioni; uno che sosteneva gli amanti della cazzuola, come Cappellacci in Sardegna; uno che faceva promulgare condoni edilizi; uno che si faceva realizzare ville su terreni vergini, ed in più con finti vulcani e finte cascate (Villa Certosa insegna).
Per noi ambientalisti, lui rappresentava e rappresenta il peggio dell’Italia. Quell’Italia che vira tutto in denaro, quell’Italia dei furbetti, dei macellai arricchiti, del cemento e del tondino. Ricordo ancora quando si fece calare in elicottero per l’inaugurazione della tratta ad alta velocità Torino – Milano, con un casco in testa che sembrava un pitale come fanno sempre i nostri politici quando inaugurano una grande, devastante opera pubblica. Che spettacolo da cabaret!
Lui ha sempre rappresentato sempre e solo questa Italia, questa Italia di cui anche all’estero ne ridono, anche se da loro il capitalismo c’è pur sempre. Ma è meno sguaiato, meno rozzo che da noi. Est modus in rebus. Si fanno porcate anche da loro, ma non così, non in questo modo così becero.
Io oggi mi vergogno pur sempre di essere italiano, per tutti quelli che ci governano, a qualsiasi livello. Solo un po’ meno. Perché lui, Silvio Berlusconi, oggi almeno non è più un cittadino libero come sono io, Fabio Balocco.