Forse non tutti sanno che l’1 e 2 agosto è la Festa degli uomini. Il simbolo scelto è decisamente esplicito: una gigantesca statua di legno rappresentante i genitali maschili viene portata in sfilata e, se toccata dalle donne, porta fortuna e fertilità. Accade ogni anno a Monteprato di Nimis, in Friuli, sin dai primi anni ’70, quando un gruppo di persone del paese decise di festeggiare in maniera un po’ goliardica l’uomo. Oggi la sagra è conosciuta a livello internazionale: parecchi gli ospiti che arrivano anche dalle vicine Austria e Slovenia. Migliaia di uomini e donne, giovani e meno giovani, salgono verso Monteprato per assistere al tradizionale appuntamento, attirati dalla goliardia dell’evento (difficile dimenticare ad esempio il tempietto situato in piazza Monica Lewinsky) o forse ricordando il leggendario documentario sulla festa con protagonista Victoria Silvstedt, che nel 1999 la descrisse per un programma inglese passeggiando fra le vie del paese fra statuette “votive”, intervistando i paesani e impastando dolci dalle fattezze falliche.
Portare in processione un pene gigante è in realtà una pratica antichissima: nel mondo greco classico, durante le “Falloforie” in onore di Priapo e Dioniso, si portavano in corteo grossi falli di legno a scopo propiziatorio accompagnando il corteo con canti tipici. A Roma, per celebrare l’inizio della Primavera, si tenevano i “Liberalia”, dove i ragazzi che compivano 16 anni indossavano per la prima volta la toga virile, riservata ai cittadini romani maschi. Dopo di che si formava una processione, preceduta da un fallo, ben visibile, posto in cima a una pertica per inneggiare alla natura che si riproduceva e prometteva un buon raccolto.
Al giorno d’oggi, fuori dall’Italia è famosa soprattutto la festa del Kanamara Matsuri a Kawasaki, in Giappone: anche lì giganteschi falli scorrono in processione assieme a innumerevoli gadget dalle stesse fattezze.
di Andrea Venier