E’ rottura tra Fiom e Fiat. A far discutere è la sentenza della Consulta sull’art.19 dello statuto dei lavoratori che prevede la rappresentanza sindacale in fabbrica. “L’incontro con Fiat è andato male”, riferisce il leader dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini, “Fiat non intende applicare la sentenza della Corte costituzionale. E’ un’offesa alla nostra Costituzione”.
E ha aggiunto: “E’ urgente che il governo e la presidenza del Consiglio convochi un tavolo perché non sono solo a rischio i diritti e la libertà ma c’è anche una totale incertezza sul futuro di Fiat e l’occupazione in Italia”. “E’ negativo che Fiat non abbia detto nulla sugli investimenti e non abbia voluto fissare un altro incontro”, prosegue Landini. E al governo chiede un intervento preciso a tutela della sentenza della Consulta: “Il governo faccia applicare la sentenza, dice ancora, rifiutando invece l’idea di una legge visto che “le leggi a favore di Fiat l’esecutivo ne ha già fatte abbastanza, a cominciare dall’articolo 8 della manovra finanziaria del governo Berlusconi”.
Da parte sua la Fiat respinge gli addebiti, accusando Landini di “strumentalizzare a proprio piacimento quanto è stato detto nel corso dell’incontro tra l’azienda e la sua organizzazione sindacale”. La Fiat infatti, spiega un comunicato “nella riunione di oggi ha chiaramente detto che rispetterà la sentenza della Corte costituzionale la cui applicazione non può che essere di competenza dei giudici di merito, non certamente di Landini. Le dichiarazioni del segretario della Fiom di oggi sono la testimonianza che è impossibile tenere rapporti normali con la sua organizzazione che peraltro non tiene alcun conto della posizione degli altri sindacati che rappresentano la maggioranza dei lavoratori della Fiat”