Il Pdl intende chiedere la grazia a Napolitano per il Pregiudicato, altrimenti portano via il pallone e non giocano più (magari).
L’ipotesi è così surreale e indecente che Re Giorgio potrebbe benissimo prenderla in considerazione.
Di fronte a una richiesta così, Pertini avrebbe sobriamente risposto sfanculando gli “estensori” di una tale proposta, tanto empia quanto paradossale.
Napolitano, al contrario, subito dopo la sentenza della Cassazione ha tenuto a rimarcare l’esigenza di una riforma della Giustizia. Esattamente ciò che chiede Berlusconi.
Re Giorgio sperava nella “Sentenza Napolitana”, cioè l’annullamento con rinvio. Nulla sarebbe cambiato.
Così, invece, crescono (si fa per dire) i malumori dei malpancisti piddini, che comunque continuano a girare a vuoto abbaiando compiaciutamente alla Luna (Renzi, che fai? Civati, che fai? Puppato, che fai?). Ma più che altro cresce il consenso di chi si è sempre opposto a tale governicchio, da Sel a (soprattutto) M5S. Ed è questo che terrorizza la claque del governicchio.
La grazia si configurerebbe come porcata troppo palese, forse indigeribile persino per un elettorato che pare accettare tutto con la serenità dei monaci tibetani. Oltretutto, i soggetti titolati a presentare la richiesta di grazia sono indicati dalla legge (la domanda può essere “sottoscritta dal condannato o da un suo prossimo congiunto o dal convivente o dal tutore o dal curatore ovvero da un avvocato o procuratore legale”, recita l’articolo 681 del codice di procedura penale. Partiti e parlamentari non sono contemplati). Pur conoscendo il superomismo decisionale di Napolitano, è arduo che possa varare un provvedimento di grazia ‘motu proprio’, comunque lungo e complesso.