La Pitonessa ha grandi aspettative per la manifestazione che si terrà questa sera a Roma, perché "la macchina organizzativa con me e Denis Verdini funziona benissimo". E invita a partecipare, sostenendo che "siamo in una dittatura"
Daniela Santanchè è più Pitonessa che mai. Ieri non ha fatto altro che contare. Pullman.
Onorevole è il 4 agosto e ci sono 40 gradi, un deserto.
Non c’è agosto per la libertà.
Quanti pullman ha contato sinora (sono le 19 e 30, ndr)? Cento?
Cinque volte di più.
Cinquecento. Un trionfo se arriveranno davvero.
Tutto vero, la macchina organizzativa con me e Denis Verdini funziona benissimo. Nessun partito ha mai organizzato una manifestazione in piena estate.
Il coraggio di falchi e pitonesse.
Siamo in una dittatura. C’è un potere che ha commissariato la democrazia. E senza democrazia non so vivere.
Il potere dei magistrati.
La condanna a Berlusconi vale una rivoluzione.
In pullman.
Siamo gente pacifica e siamo la parte giusta del Paese. Non c’è posto tra di noi per i pavidi.
A proposito di pavidi: i ministri non ci saranno.
Non ci credo.
È sicuro: l’ha annunciato Lupi. Gasparri dice che sbagliano.
Avranno le loro buone ragioni.
Il governo traballa.
Ci sono battaglie più importanti di un governo.
Ne fate parte.
Non c’è un’azione efficace, non ci sono provvedimenti incisivi, la sua occupazione principale è guadagnare tempo.
Meglio le elezioni con il Porcellum?
Certamente. Almeno così si ristabilisce la democrazia. Voglio votare subito, con qualsiasi sistema.
Ma il leader sarà ai domiciliari, come minimo.
La grazia è un diritto, non una concessione di Napolitano.
Però oggi non passerete sotto al Quirinale. Hanno vinto le colombe.
Mai pensato di andare lì. Ci siamo solo spostati da piazza Santi Apostoli a via del Plebiscito.
Ma lei sarebbe andata in marcia sul Colle?
Sì, mica ho paura di Napolitano, lui è una persona come me.
Guerra civile, come dice Bondi.
Bondi ha ragione. Da vent’anni c’è una guerra civile in Italia. Finiamola con questa forma subdola di ipocrisia.
Finiamola.
I magistrati hanno già distrutto cinque partiti nella Prima Repubblica.
Il pentapartito.
Tutti partiti fondati da Padri costituenti.
E se Napolitano non concede la grazia?
Non è una concessione.
Un diritto.
Esatto.
Se questo diritto non ci sarà?
Ci dimetteremo dal Parlamento in duecento, voglio vedere Napolitano che cosa fa?
Ce l’avete con il capo dello Stato.
Non lo temo. Anzi non vorrei essere nei suoi panni.
Perché?
Napolitano come spiegherà al mondo che l’Italia è un Paese come l’Ucraina dove si imprigionano gli oppositori politici?
Evasori, non oppositori.
Berlusconi è innocente. Siamo in una dittatura, commissariati da un altro potere.
Il premier ascolterà con attenzione oggi. I toni gli stanno a cuore.
Invece di intimidire noi pensi alla Germania. Usi lui gli stessi toni.
Berlusconi verrà? È a Arcore.
Cosa vuole che sia Milano-Roma.
Quindi verrà?
Il presidente è educato e rispettoso. Sarà a Roma per salutare il suo popolo.
da Il Fatto Quotidiano del 4 agosto 2013