Ho un difetto: la memoria storica. Un difetto neanche troppo condiviso in questo paese, ma fortunatamente comune anche ad altri (benché mai troppi).
Così, per fortuna o purtroppo, mi ricordo la recente fermezza con cui Mara Carfagna ha condannato le parole di Beppe Grillo. Secondo lei, incitavano all’odio.
Quella stessa Carfagna, negli ultimi giorni, si è ahinoi trasfigurata. Era una delle più brave nel fingersi sobria. Adesso, invece, tutto pare cambiato. Gli occhi vitrei e perennemente sgranati, come di chi si è appena imbattuta in qualcosa di definitivamente stupefacente (un’espressione arguta di Gasparri, un congiuntivo indovinato da Razzi, un bel film con Jerry Calà: a voi la scelta), si sono fatti ora iracondi. Quasi demoniaci.
La giovine statista casta, perennemente munita di tailleur vedovile e ballerine antieros, dolentemente portate per cancellare il passato odiosamente frivolo, si è di colpo trasformata nella prima della classe a cui il professore ha dato 7 invece di 7+. Provocando in lei, abituata unicamente a lodi, uomini adoranti e amiche (ovviamente bruttine) compiacenti, impietosi smottamenti umorali.
Osservarla in queste ore è emblematico, quasi pedagogico per comprendere il livello di suburra e rinciucchimento mentale che ha raggiunto l’Italia in questi vent’anni. Ieri sera, per esempio, al Tg di La7 è stata oggettivamente mirabile: un mix di argomentazioni ed eleganza degno di una novella Thatcher.
Se qualcuno osa porle una domanda, Mara grida “lei fa domande idiote (a Nello Trocchia)”, “lei puzza” (a Piero Ricca), e magari pure “lei è uno sgorbio mostro e anche cesso/ or mi proteggo specchio riflesso“.
Se qualcuno le chiede del Poeta Bondi, che ha parlato sobriamente di “guerra civile”, Mara giura di capirlo (perché loro, non si osi dubitarne, sono “il partito dell’amore”). Se qualcuno le fa notare che le sentenze si applicano e si accettano, come lei stessa amava ripetere a Ingroia, lei parla di spregio alla Costituzione. E se le si ricorda che Berlusconi ha più processi e pendenze di tutta la banda di Sons of Anarchy messa assieme, Mara risponde che Lui è un martire e i birbi sono magistratura e Pd (con cui governa da quasi due anni: qualcuno glielo dica).
Povera Mara: ha impiegato anni per darsi un contegno, arrivando a riuscirci o giù di lì, e le è bastata una condanna altrui per perderlo in un amen. Da Alessia Fabiani Deluxe, folgorata ideologicamente sulla via di Arcore, a epigona sbiadita di Daniela Santanchè.
Le siamo vicini.