E’ caccia all’uomo. Gli investigatori stanno cercando di dare un nome al volto dell’assassino che ha ucciso, in trenta secondi, con “incredibile violenza”, Maria Angela Granomelli, 62 anni, aggredita all’interno della sua piccola gioielleria nel centro di Saronno (Varese). L’assalitore l’ha massacrata con calci e pugni per poi fuggire portando con sé pochi monili di scarso valore.  

L’ipotesi potrebbe essere quella di una rapina finita in tragedia, anche se l’episodio ripreso interamente dall’impianto di videosorveglianza all’interno del negozio presenta una dinamica che gli stessi investigatori definiscono “anomala”. Come emerge dalle immagini delle telecamere la donna e il suo aggressore non sembravano conoscersi. L’uomo l’ha colpita all’improvviso, senza mostrare prima atteggiamenti minacciosi. Dopo il delitto ha trascorso una mezz’ora all’interno del negozio, che non è stato messo a soqquadro, e ha portato via solo pochi oggetti, pur avendo a disposizione tutti i gioielli esposti. Non si sarebbe preoccupato di cancellare le proprie tracce e, nel locale, sono state trovate diverse impronte digitali e capelli che potrebbero essere riconducibili all’aggressore. Sono in corso le indagini dei carabinieri, coordinate dal pm di Busto Arsizio Nadia Calcaterra, che stanno vagliando diverse ipotesi.

Nel pomeriggio di sabato, attorno alle 16.20, un uomo di circa 35 anni, con i capelli corti e vestito con pantaloncini a scacchi e t-shirt è entrato nel negozio in corso Italia, ‘Il dono di Tiffany’, comportandosi all’apparenza come un normale cliente. La negoziante ha chiuso a chiave la porta d’ingresso, come avviene sempre per ragioni di sicurezza, e per circa 45 minuti l’uomo si è fatto mostrare collane e braccialetti con un atteggiamento definito dagli investigatori che hanno visionato i filmati “tranquillo e rilassato”.

Attorno alle 17 la negoziante si è chinata per raccogliere un monile, l’uomo ha afferrato un portagioie e l’ha colpita alla testa, continuando poi a infierire con calci e pugni su tutto il corpo per una trentina di secondi. La donna si è accasciata a terra e sarebbe morta poco dopo l’aggressione. Fino alle 17.30 l’uomo è rimasto nel negozio e, dopo essersi impossessato dei gioielli, è uscito da una porta sul retro facendo perdere le tracce e portando con sé la chiave, con gli abiti che non mostravano schizzi evidenti di sangue. Durante l’aggressione la porta d’ingresso è sempre rimasta chiusa a chiave e i passanti, in una via dove si trovano numerosi negozi, non si sono accorti di quello che stava accadendo.

Il cadavere, in una pozza di sangue, è stato ritrovato dopo le 20 dal marito e dal genero della donna, che si sono presentati davanti alla gioielleria preoccupati perché non riuscivano a contattare la negoziante al telefono dopo l’orario di chiusura. “Quando sono arrivati abbiamo forzato la porta con una spranga e il marito è entrato”, racconta Maria, una donna che abita vicino al negozio. “Ha visto il corpo dietro il bancone e l’ha abbracciato cercando di sollevarlo e imbrattandosi di sangue – prosegue -, è una scena che non dimenticherò mai”. Maria Angela, sposata e con due figli, appartiene a una famiglia benestante, che vive in una villa con giardino a Uboldo, un paese confinante con Saronno. Era appena tornata da una vacanza al mare e stava cercando di vendere il negozio, aperto da alcuni anni, per godersi la pensione e la compagnia dei due nipotini. Davanti alla saracinesca della gioielleria, dove ieri sono proseguiti i rilievi dei carabinieri, un amico ha deposto un mazzo di fiori con la scritta “perché?”. E un bigliettino di condoglianze con una delle poesie più celebri di Giuseppe Ungaretti, ‘Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Oggi o martedì dovrebbe essere eseguita l’autopsia.

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