Se Berlusconi dovesse scegliere i servizi sociali per scontare la pena, potrebbe già aver trovato un insospettabile datore di lavoro. L'ex leader del movimento giovanile del Sessantotto e di Democrazia Proletaria, oggi presidente di Diritti Genetici, ha scritto al leader del Pdl: "Non l'ho mai considerata 'il Nemico', la sua esperienza sarebbe preziosa per la mia fondazione". E non è l'unica offerta ricevuta
Salvo sorprese dell’ultimo momento, Silvio Berlusconi si troverà presto davanti ad un bivio su come scontare la pena della condanna inflittagli in via definitiva dalla Cassazione: meglio gli arresti domiciliari in una delle sue tante residenze o i servizi sociali? Se la scelta dovesse cadere sulla seconda opzione, l’ex presidente del Consiglio potrebbe già aver trovato un datore di lavoro. Uno dei più insospettabili: si tratta di Mario Capanna, storico leader del movimento giovanile del Sessantotto, con un passato politico nella galassia dei partiti della sinistra radicale e indipendente, come Democrazia Proletaria, di cui fu anche segretario nazionale alla fine degli Anni Ottanta. Capanna, infatti, offre a Berlusconi un lavoro ‘socialmente utile‘ nella fondazione ‘Diritti Genetici‘ di cui è presidente. “Non l’ho mai considerata ‘il Nemico’, la sua esperienza sarebbe preziosa per lo sviluppo di GenEticaMente, centro internazionale di ricerca scientifica partecipata”, scrive in una lettera recapitata oggi al Cavaliere.
“Sig. Presidente, quanto segue non è una boutade, non è uno scherzo né, tantomeno, una provocazione. Al contrario: è un’offerta sincera. Proviene da un Suo avversario politico, che non l’ha mai considerata ‘il Nemico’”, si legge nel testo della missiva. “Tra condannati (io per “reati” derivanti dalle lotte studentesche, di cui vado fiero) ci si intende meglio, e dunque mi permetto di esporLe un ragionamento. Restare chiuso per un anno in una delle Sue (sebbene sontuose) residenze – spiega il Presidente della FDG – non ce La vedo. D’altra parte ha pubblicamente dichiarato che non intende ricorrere ai servizi sociali come un “delinquente comune”, e che non sente alcun bisogno di essere “rieducato”. Invece: provi a pensare di venire a lavorare alla Fondazione Diritti Genetici (che ho l’onore di presiedere e ha sede a Roma), dedicandovi qualche ora al giorno del Suo tempo”. Capanna argomenta così la sua ‘proposta indecente’: “Sarebbe ben di più di un generico servizio sociale, potrebbe occuparsi del nostro progetto strategico GenEticaMente, mirante a fare di Roma la capitale euromediterranea della ricerca scientifica partecipata. Avrebbe modo di mettere a frutto, per un fine nobile e di alto profilo, la Sua vasta esperienza di leader politico e la molteplicità delle Sue relazioni nazionali e internazionali”. “Se, come spero – conclude Capanna – prenderà in considerazione l’offerta, La prego di darmi un cenno di riscontro per tempo, in modo da prepararLe un ufficio funzionale e confortevole”.
Mario Capanna, per altro, non è l’unico ad aver offerto un posto di lavoro al Cavaliere. Ieri, su Affaritaliani.it, una lettera a firma di Mario Furlan – fondatore di City Angels (associazione di volontariato di strada) ed ex dipendente del Gruppo Mediaset – invitava Berlusconi a collaborare con il suo ente: “Credo che le farebbe bene”, afferma Furlan nella sua lettera. Spiegando: “In questi anni lei, come tutti i potenti, ha vissuto non nel mondo, ma nel suo mondo. Se sceglierà gli arresti domiciliari si isolerà ancora di più. Mentre se sceglierà i servizi sociali si immergerà nella realtà. Conoscerà chi non ha nulla, ma a volte ha più di chi ha tutto. E vedrà quanto la fragilità sia forza”. Ancor prima dell’emissione della sentenza, invece, il vicesindaco di Torre Annunziata, Ciro Alfieri, aveva scritto alla Cassazione chiedendo l’affidamento di Berlusconi all’assessorato alle politiche sociali del comune campano.