Dal 6 agosto 2012 sono trascorsi 12 mesi di intenso lavoro che hanno permesso al piccolo esploratore di raggiungere quasi tutti i principali obiettivi e di aprire la strada a una futura missione umana. Studiando la composizione chimica di due rocce ha dimostrato che in passato Marte avrebbe avuto condizioni ambientali favorevoli ad ospitare forme di vita
Oggi è il primo compleanno marziano di Curiosity: erano le 7.31 (ora italiana) del 6 agosto 2012, quando il rover-laboratorio della Nasa toccò il suolo di Marte dopo otto mesi di viaggio e una discesa lampo, sette minuti ‘di terrore’ scanditi da manovre al limite che lasciarono tutti senza fiato. Da allora sono trascorsi 12 mesi di intenso lavoro che hanno permesso al piccolo esploratore di raggiungere quasi tutti i principali obiettivi e di aprire la strada a una futura missione umana sul Pianeta Rosso.
Sono cinque le scoperte più importanti che hanno segnato questo primo anno di esplorazioni. Studiando la composizione chimica di due rocce, Curiosity ha dimostrato che in passato Marte avrebbe avuto condizioni ambientali favorevoli ad ospitare forme di vita. Lo scorso maggio ha invece identificato dei ciottoli levigati che sarebbero stati trasportati per lunghe distanze da un corso d’acqua. Proprio nel cratere Gale dove è approdato, il rover ha individuato un’incredibile varietà di rocce e sedimenti, anche inaspettati, che hanno fatto letteralmente sognare gli esperti di Pasadena. Annusando l’aria, invece, il rover ha purtroppo verificato l’assenza di metano, un gas prodotto dagli organismi viventi e per questo considerato tra gli indizi rivelatori della presenza di vita. L’ultima ma importantissima scoperta riguarda invece la possibilità di portare l’uomo su Marte: grazie alle rilevazioni fatte durante il lungo viaggio nello spazio, è stata realizzata la prima misura realistica delle radiazioni a cui sarebbe esposto l’equipaggio di un veicolo spaziale.