Come nel Gattopardo tutto cambia perché nulla cambi. Ai nuovi componenti dell'organo di indirizzo della Fondazione che controlla il Monte - legati per lo più al Partito democratico - spetterà il compito di eleggere il successore del presidente della Fondazione, Gabriello Mancini, il cui mandato è scaduto. In pole position Pizzetti, ex garante Authority
Tutto cambia, affinché nulla cambi. A Siena citano il Gattopardo per commentare i nomi dei 14 nuovi membri della deputazione generale della Fondazione Mps, ovvero l’organo di indirizzo dell’ente che ancora controlla il Monte dei Paschi. Nomine quasi tutte politiche e quasi tutte targate Pd. Segno che il groviglio non si è ancora sciolto. Almeno a Palazzo Sansedoni.
Prendiamo i consiglieri indicati dal nuovo sindaco di Siena, Bruno Valentini: due uomini e due donne, tutti senesi, scelti “senza alcuna contrattazione con i partiti”, ha assicurato il primo cittadino. Sarà. Di certo Alessandra Navarri è iscritta dal 1986 al Pd che allora si chiamava Pci. Dopo anni di politica attiva, sia a livello locale che nazionale, è stata anche responsabile provinciale della Legacoop di Siena. Non solo . Nel 2007 ha fatto da assistente al presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia, la senatrice nonché consorte di Piero Fassino, Anna Maria Serafini.
Barbara Lazzeroni è avvocato civilista, si occupa di società e di diritto di famiglia ma è anche membro del direttivo comunale del Partito socialista-riformisti, alleato di Valentini alle ultime elezioni, con la sorella Silvia segretario comunale della stessa fazione. E poi c’è Egidio Bianchi, consulente amministrativo che in passato è stato anche nel collegio dei revisori del Comune di Siena, che oggi ricopre un incarico anche nel collegio sindacale dell’Azienda ospedaliera senese e che – dicono nelle contrade – è amico personale del sindaco. Quanto a Sergio Betti, di area cattolica con una lunga carriera come sindacalista della Cisl, c’è chi maligna che la sua nomina sia frutto di un compromesso fra un’ala del Pd e l’Udc locale.
La Provincia di Siena ha invece indicato Vincenzo Cesarini, avvocato legato al Pd provinciale, e Simonetta Sancasciani, che la vox populi etichetta come una dei “fedelissimi” dell’ex sindaco Franco Ceccuzzi insieme a Carlo Guicciani suggerito dalla Camera di Commercio e a Vareno Cucini indicato dalle associazioni del volontariato. Pochi gossip sul grossetano Amedeo Alpi indicato dalla Regione Toscana, su Riccardo Campa proposto dall’Università degli Stranieri di Siena e su Sergio Daolio, presidente della Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa, indicato dal Cnr. Mentre fa già discutere la riconferma dell’avvocato Alessandro Grifoni, in quota all’Arcidiocesi, membro del consiglio diocesano per gli affari economici e uomo di fiducia dell’arcivescovo di Siena Antonio Buoncristiani.
Bettino Campedelli indicato dall’Università di Siena in città è considerato un docente di area berlingueriana, nel senso dell’ex ministro nonché ex rettore dell’ateneo senese, Luigi Berlinguer. Di ispirazione renziana è invece vista la nomina di un altro ex ministro (ai Beni Culturali), Antonio Paolucci indicato dal Consiglio superiore dei Beni culturali e paesaggistici. Paolucci è stato Soprintendente per il Polo museale fiorentino e oggi è direttore dei Musei Vaticani.
Ai 14 componenti della Deputazione spetterà il compito di eleggere nei prossimi giorni il successore del presidente della Fondazione, Gabriello Mancini, il cui mandato è scaduto sabato scorso. La scelta potrebbe ricadere sulla figura di Francesco Maria Pizzetti (nella foto a destra, ndr), l’ex presidente dell’Authority per la privacy e dal ‘96 al ’98 ex consigliere costituzionale dell’allora presidente del Consiglio Romano Prodi, nonché ex consigliere giuridico di Franco Bassanini quando quest’ultimo era ministro per la Funzione pubblica prima di diventare presidente della Cassa Depositi e Prestiti. Pizzetti è anche membro dell’associazione Astrid, il think tank specializzato nello studio delle riforme, di cui lo stesso Bassanini e Giuliano Amato sono soci fondatori. L’uomo giusto per il Pd, insomma.