“Non abbiamo un piano B”. Eppure Federico Ghizzoni ostenta sicurezza. I 180 milioni di credito che Unicredit aspetta da tempo di incassare dal crac Ligresti sono sempre più legati a una matassa di problemi sempre più intricata. In dettaglio pur volendo evitare di esprimersi “sulla vicenda Ligresti”, come consigliato dai suoi legali, le criticità per l’istituto di credito guidato da lui riguardano Sinergia e Im.co, le due holding che appartenevano a Ligresti e che il tribunale di Milano ha dichiarato fallite a giugno 2012. L’amministratore delegato di Unicredit ostenta ottimismo, sul fronte del recupero crediti, proprio come aveva fatto davanti alle decisioni dei liquidatori delle holding del costruttore siciliano . E se i crediti non dovessero rientrare? “Non ho un piano B. e non sono preoccupato”, così come dichiara di non esserlo per il filone d’inchiesta che la procura di Milano starebbe valutando, come anticipato dal settimanale L‘Espresso, a proposito del ruolo della banche nell’affaire Ligresti e del possibile reato di bancarotta preferenziale, già ventilato dal tribunale fallimentare di Milano di Francesca Martelli
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