Quattro sospetti militanti di al-Qaeda nella Penisola arabica sono stati uccisi in seguito a un raid condotto da un drone statunitense nel nord dello Yemen. Lo riferisce il sito dell’agenzia di stampa Mareb Press, spiegando che il drone ha colpito un veicolo a bordo del quale viaggiavano i sospetti militanti e poi ha sorvolato Sanàa. L’attacco segue la disposizione di Washington di chiudere 20 rappresentanze diplomatiche in Medio Oriente per il timore di attentati da parte di al-Qaeda. L’allerta terrorismo nel Paese è “estremamente elevato”, secondo quanto fa sapere il Dipartimento di stato Usa, che ha invitato i propri cittadini e il personale governativo non essenziale a lasciare “immediatamente” il Paese arabo. Secondo il corrispondente della Bbc a Sanaa, la capitale yemenita è presidiata da centinaia di mezzi blindati a difesa del palazzo presidenziale, delle ambasciate occidentali e di edifici pubblici e infrastrutture.
A far scattare l’allarme rosso sul rischio attentati è stata soprattutto l’intercettazione di una conversazione fra il leader di al-Qaida Ayman al-Zawahiri ed il capo della cellula yemenita Nasir al-Wuhaysh: a riferirlo è una fonte informata citata dal Washington Post, secondo cui al-Zawahiri ha dato “chiari ordini” a al-Wuhayshi di “attaccare“. Ma c’è di più. Secondo quanto riporta il quotidiano britannico The Indipendent, gli Usa sono spaventati da un’ulteriore circostanza: alcuni terroristi islamici yemeniti affiliati ad Al Qaeda avrebbero sviluppato un nuovo liquido esplosivo, facilmente trasportabile sotto i vestiti, e soprattutto non rilevabile dagli attuali strumenti di sicurezza, che renderebbe particolarmente semplice portare a termine operazioni terroristiche.
Dal canto suo il ministero degli Interni dello Yemen ha diffuso una lista di 26 sospetti esponenti di al-Qaeda ricercati in quanto accusati di stare pianificando attentati terroristici a Sanaa e in altre città del Paese. Obiettivo di questi terroristi sarebbero uffici e organizzazioni straniere, oltre che installazioni sensibili yemenite, come hanno riferito le autorità. Anche Londra ha deciso di evacuare il personale dalla propria ambasciata in Yemen. Il Foreign Office ha fatto sapere che il ritiro è dovuto a “timori crescenti sulla sicurezza”. Sul profilo Twitter del ministero degli Esteri si legge: “Tutto lo staff nella nostra ambasciata di Sanaa è stato temporaneamente ritirato e l’ambasciata resterà chiusa sino a quando lo staff sarà in grado di tornarvi”.
Tra i nomi che appaiono nella lista, c’è anche il saudita Mohammed el-Rubaish, uomo di primo piano nella rete di al-Qaeda nella Penisola arabica attiva nello Yemen. Le forze di sicurezza daranno una ricompensa di 23mila dollari a chiunque fornirà informazioni utili all’arresto di ognuno degli uomini ricercati, si legge nel testo.