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Decadenza Berlusconi, la Giunta si riunisce. Grillo: “Vogliono grazia mascherata”

L'udienza sarà interlocutoria rispetto alle decisioni finali che arriveranno non prima di settembre: i senatori dovranno solo completare la discussione preliminare. Il presidente Stefano (Sel) fa sapere però che si andrà a oltranza. Nel frattempo M5S chiede la procedura d'urgenza per la discussione delle legge d'iniziativa popolare su incompatibilità e incandidabilità

A sei giorni dalla conferma di condanna, a tre dalla manifestazione del Pdl, e a uno dalla bufera sul giudice Esposito per Silvio Berlusconi arriva un’altra giornata particolare. La Giunta per le Immunità del Senato, che dovrà pronunciarsi sulla sua decadenza dalla carica di senatore, tornerà a riunirsi stasera. Una “udienza” che sarà comunque interlocutoria rispetto alle decisioni finali che arriveranno non prima di settembre: i senatori oggi completeranno la discussione preliminare iniziata il 31 agosto. Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle chiede la procedura d’urgenza per il disegno di legge d’iniziativa popolare che disciplina l’incandidabilità e l’incompatibilità, il cui esame del testo comincerà in Aula venerdì 9 agosto.

A difendere l’iniziativa anche il leader Beppe Grillo che sul blog è tornato ad attaccare Berlusconi e il rischio che possa ricevere la grazia da parte del Presidente della Repubblica: “Un mostro si aggira per l’Italia”, ha scritto, “l’agibilità politica. L’hanno chiesta a Napolitano, rientrato in fretta dalle vacanze in Alto Adige, i plenipotenziari del Pdl Brunetta e Schifani per il loro Signore di Arcore. Un affresco estivo, nella calura romana, degno di Italo Calvino: il Visconte Dimezzato, Brunetta, il Barone Rampante, Schifani, e il Cavaliere Inesistente, Berlusconi, tutti in ginocchio, tranne Brunetta, ad implorare la grazia. Questa parola, grazia, però non si può usare”. E aggiunge: “Se venisse accordata così sui due piedi come a un qualunque ergastolano pentito dopo 30 anni di galera si sospetterebbe qualcosa. Il Presidente della Repubblica perderebbe la reputazione e rischierebbe l’impeachment. La grazia va quindi ingentilita, resa praticabile e incomprensibile. Agibilità politica è la giusta riformulazione per dire la stessa cosa per non farlo sapere in giro”.E così poi ripulita e sdoganata, continua: “si può concedere in caso di estrema necessità per salvare il Paese insieme al pregiudicato. E’ un nuovo corso politico/sociale/giudiziario che potrebbe essere esteso a diverse categorie, l’agibilità edilizia per Ligresti, l’agibilità economica per Tanzi, l’agibilità mafiosa per Provenzano”. 

Il destino del Cavaliere sembra però segnato; i senatori azzurri sono solo sei, un voto contrario alla perdita della carica potrebbe arrivare dal parlamentare Gal e un altro dal senatore della Lega. Gli altri, quelli favorevoli all’uscita del leader del Pdl dal Parlamento italiano, sono quindici: un senatore di Scelta Civica, uno del Psi, quattro del M5S, il presidente della Giunta Dario Stefano (Sel) e otto senatori Pd. 

E proprio dal Partito Democratico e per bocca del suo segretario che all’ex premier arriva l’invito a dimettersi: “Non vedo altra possibilità che prendere atto della sentenza e degli effetti che produce, non ci sono strade” dice Guglielmo Epifani al Corriere della Sera. L’ex sindacalista racconta che “gira un video di Berlusconi giovane che dice che, quando uno fosse condannato per evasione fiscale, deve fare un passo indietro”. 

Il voto sulla decadenza del Cavaliere potrebbe arrivare a fine estate, anche se c’è chi vuole che i tempi siano strettissimi. ”Chiederò in Giunta per le Immunità che venga acquisito agli atti anche il vocabolario della lingua italiana. Nella legge anti corruzione si usa, infatti, per ben due volte il termine immediatamente e questo vorrà pur dire qualcosa. E’ un fatto che non si può ignorare…” diceva poche ore prima il capogruppo del M5S in Giunta Mario Michele Giarrusso.

Dopo la discussione si conferirà il mandato al relatore (già nominato è Andrea Augello del Pdl) a dare il parere, Augello quindi dovrebbe proporre un termine (lo fisserà l’ufficio di presidenza) entro il quale fare la sua proposta. Che dovrà essere approvata. Se, invece, verrà bocciata, dovrà essere sostituito con un altro relatore. Nel frattempo il senatore azzurro fa sapere di voler prendere visione degli atti di cui è stata chiesta l’acquisizione. Quindi si dovrà dare tempo (20 giorni) alla difesa per presentare delle memorie o essere ascoltata. Quindi, la Giunta dovrà decidere. E sulla sua decisione dovrà pronunciarsi l’Aula. 

Per la riunione di oggi senatori come Enrico Buemi (Psi) minacciano “barricate e sfracelli” sull’interpretazione della legge, ma il presidente della Giunta, Stefano, avverte che “andrà avanti a oltranza fino a quando non sarà chiusa la discussione generale. Anche tutta la notte, se necessario”. Regolamento alla mano e ascoltando i ‘commissari’, stasera o stanotte quindi si dovrebbe chiudere la discussione generale. 

Nel frattempo si è fatta chiarezza su alcuni dubbi sollevati dal Pdl sulla inapplicabilità della legge anti corruzione al caso del Cavaliere perché i reati per cui è stato condannato sono precedenti all’introduzione della norma. Nella legge, all’articolo 3, si parla esplicitamente dell’incandidabilità sopravvenuta, cioè del parlamentare che, mentre è in corso il suo mandato, viene colpito da condanna e quindi decade.