Un sequestro di beni per 8 milioni di euro e 5 persone denunciate per il reato di bancarotta fraudolenta. Questo il risultato dell’operazione “Tie’s friends” del comando provinciale della guardia di finanza di Rimini. Il nome in codice scelto dalle fiamme gialle rimanda ai “cravattari” che con i proventi del prestito usurario ed estorsivo hanno acquistato la Calderone srl, società poi fallita.
Il provvedimento di sequestro, emesso dal giudice per le indagini preliminari Stefania Di Rienzo, su richiesta del pubblico ministero Luca Bertuzzi, è stato adottato nei confronti della srl a conclusione di indagini partite nel 2012 e riguarda società, immobili e disponibilità finanziarie. La Calderone risulta proprietaria al 100% del night club Pepenero di Riccione (comprese le mura), di un ristorante a Riccione, di un immobile sito a Misano Adriatico di ingente valore e del 100% delle quote di una società proprietaria della sede della sala Bingo di Riccione e di un albergo.
L’antefatto che ha portato ad accertare le ipotesi di reato fallimentare a carico dei 5 denunciati va fatto risalire all’11 luglio 2008 quando si costituisce la Riccione immobiliare, articolata in due società fiduciarie: la Finvest fiduciaria Spa per l’80% e la Regent srl per il restante 20%, entrambe riconducibili al professionista quarantaseienne P.A. e a sua moglie. Lo stesso giorno di luglio di 5 anni fa la Riccione immobiliare acquista la Calderone srl da una famiglia di imprenditori riccionesi al costo di 13 milioni 500 mila euro. Viene in realtà erogato solo il pagamento di 8 milioni 500 mila euro attraverso finanziamenti vari. Il restante debito di 5 milioni viene garantito ai venditori costituendo un pegno sulle quote della Riccione immobiliare pari al 63,90%.
Al tempo dell’acquisizione nel patrimonio della Calderone figurano il night Pepe Nero, il ristorante Il Galeone, un immobile in via Camilluccia n. 41 a Misano Adriatico e il 100% del capitale sociale della Nanni Duilio eredi srl, che a sua volta detiene la proprietà dell’hotel Excelsior e della sala Bingo di via D’Annunzio 70 a Riccione.
Ci sono stati vari passaggi nella gestione del sexy disco Pepe Nero ma tutti i canoni, nominalmente sotto il valore di mercato, non sono mai transitati nelle casse della Calderone. Il 17 aprile 2009 la srl cede a un’altra società il ramo aziendale relativo al night per 50 mila euro. Su tale cifra interviene poi l’Agenzia delle entrate portando l’importo della vendita, ritenuto non congruo, a 725 mila euro, soldi che non sono mai stati versati alla Calderone.
L’ipotesi di reato non riguarda solo il locale a luci rosse. Due degli indagati, l’imprenditore D.I.E. e il pregiudicato D.A.F, incassano i canoni di locazione della sala Bingo riccionese nel periodo in cui amministrano la società Nanni Duilio eredi srl. In seguito, a causa dei debiti contratti dalla società con le banche, D.A.F. rivende la srl all’irrisoria cifra di 10 mila 400 euro. Anche in questa occasione il denaro percepito dalla locazione non è stato versato alla società Calderone.
I finanzieri del nucleo di polizia tributaria, attraverso accertamenti bancari e patrimoniali, hanno ricostruito il patrimonio societario e le distrazioni economiche e immobiliari effettuate dagli indagati ai danni delle srl Calderone e Nanni Duilio. L’esecuzione del decreto di sequestro dei beni ha comportato anche l’apposizione dei sigilli al noto night club Pepenero. I beni immobili confiscati saranno affidati per la gestione a un amministratore nominato dall’autorità giudiziaria.