Bagarre al Senato durante l’intervento di Alessandra Mussolini, che chiede di prendere la parola “sull’ordine dei lavori”. Ma inscena un’imitazione del presidente della Corte di Cassazione, Antonio Esposito, leggendo l’audio dell’intervista al Mattino. “Non lo so, chest’è una stupidaggine” – esordisce la parlamentare del Pdl, accanto a un Nitto Palma sorridente – “vabbuò, chill’ non poteva non sapere perché ‘o ssaccio; tu sì o’ titolare, come fai? Cioè… “. La senatrice, tra le risate del Pdl e della Lega, viene interrotta e redarguita dal presidente di turno, Linda Lanzillotta, che le contesta l’uso del vernacolo napoletano e l’argomento non attinente con la discussione. A difesa della Mussolini interviene prontamente Ciro Falanga che insorge: “Signora Presidente, se lei toglie la parola a un senatore soltanto perché nel suo intervento usa un’espressione in dialetto napoletano, credo che lei non diriga adeguatamente l’Aula. Le licenze poetiche, la senatrice Mussolini se le può permettere”. A prendere nuovamente la parola è Alessandra Mussolini, che prosegue nel suo scimmiottamento del giudice Esposito: “Signora Presidente, il tema è sullo svuota-carceri. Tu sì o’ titolare, come fai? Scusatemi, tutta l’Aula lo deve sentire”. E aggiunge: “Cioè non è nu’ principio ‘e diritto; può non significare niente e può significare qualcosa. Ma nun me fa purtà ‘ngoppa a ste ccose. Noi” – continua – “non andremmo a dire: chille non poteva… tu vieni portato a conoscenza di quello che succedeva”. Cori di protesta si levano dai banchi del Pd: “Basta”
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