Arresto obbligatorio in flagranza per maltrattamento familiare e stalking; aumento di un terzo della pena se alla violenza assistono minorenni o se viene commessa su una donna incinta oppure dal partner; permesso di soggiorno alla vittima se è di nazionalità straniera; irrevocabilità della querela; allontanamento da casa del coniuge violento se c’è un rischio per l’integrità della vittima. Ecco le nuove norme per combattere il fenomeno della violenza nei confronti delle donne e il femminicidio.
Il “pacchetto” di provvedimenti è stato approvato in Consiglio dei ministri, e come ha sottolineato il presidente del consiglio Enrico Letta, “essendo un decreto legge è immediatamente attuativo“.
Un provvedimento agile, di soli 12 articoli e che persegue tre obiettivi: “prevenire la violenza di genere, punire in modo certo e proteggere le vittime”. “Su questi obiettivi, che recepiscono la Convenzione di Istanbul, abbiamo organizzato una serie di norme che hanno lo scopo di intervenire tempestivamente prima che il reato venga commesso, proteggere la vittima se il reato viene commesso, punire il colpevole e agire affinché la catena persecutoria non arrivi all’omicidio”.
PENE PIU’ SEVERE – E’ stata aumentata la pena di un terzo se alla violenza assiste un minore di 18 anni (ora solo se minori di 14 anni), se la donna è incinta o se l’autore della violenza è il coniuge, anche se separato o divorziato, o il partner, pure se non convivente. Aggravanti anche per lo stalking: per questo tipo di reato, analogamente a quanto già accade per la violenza sessuale, una volta presentata la querela è irrevocabile in modo da sottrarre la vittima al rischio di una nuova intimidazione tendente a farle ritirare la denuncia. Nell’ambito di questo sistema, abbiamo voluto ricordare che c’è una vicenda delicatissima legata alle molestie, il cyberbullismo, cioè atti di molestie tra ragazzi attuati attraverso Internet, che viene punito severamente”, ha detto Alfano. Ma proprio queste restrizioni vengono criticate come “esclusivamente repressive” dall’avvocato Giulia Bongiorno, autrice della legge contro lo stalking e animatrice, insieme a Michelle Hunziker, di un’associazione in difesa delle donne. “Se a questo decreto non ne seguirà un altro molto serio ed efficace, sarà del tutto inutile”, ha detto l’ex deputata finiana in un’intervista a La Stampa. Ma cosa servirebbe dunque nello specifico? “Un processo rapido e veloce – risponde la legale – ottenuto razionalizzando i tempi della giustizia”. Senza quindi ricorrere ad alcuna corsia preferenziale come invece prevede il decreto.
VIA DI CASA I VIOLENTI – “Le forze di polizia, su autorizzazione della magistratura, potranno buttare fuori di casa, con urgenza, il coniuge violento, se vi è il rischio che dalle molestie possa derivare un pericolo per l’incolumità della vittima”, e verrà impedito al violento di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima. Anche in questo caso, i critici evidenziano l’aspetto puramente repressivo del provvedimento che interviene a violenza già avvenuta o minacciata.
ARRESTO IN FLAGRANZA – E’ previsto l’arresto obbligatorio in flagranza per maltrattamenti contro familiari e conviventi o per stalking. A questi tipi di reato i tribunali dovranno dare una corsia preferenziale, così come è previsto il gratuito patrocinio alla vittima a prescindere dal reddito. “Lo Stato si schiera senza se e senza ma dalla parte delle vittime di questo genere di violenze”, ha sottolineato Alfano. “Ma la vera svolta – spiega ancora Giulia Bongiorno – ci sarà quando si combatterà la matrice della violenza” adottando misure di contrasto che hanno a che fare con la formazione e la cultura degli italiani. “In Francia per esempio si stabilisce che sin dall’asilo non devono esserci distinzioni nei giochi tra maschi e femmine, si aboliscono le barriere consentendo agli individui di crescere senza ruoli predeterminati”, dice ancora Bongiorno.
TESTIMONIANZA DI MINORI E ANONIMATO – Altra novità, la vittima deve essere costantemente tenuta al corrente dell’evoluzione del processo. Inoltre, quando a un processo di questo tipo è prevista la testimonianza di un minorenne o di un maggiorenne vulnerabile, questa persona sarà protetta. Ancora, “chi sente o sa di una violenza in corso, può telefonare alla polizia e dare tranquillamente il suo nome sapendo che lo Stato garantisce l’anonimato“: si può dunque intervenire anche se la denuncia della violenza non arriva dalla vittima ma da terzi.
PERMESSO DI SOGGIORNO ALLE VITTIME – Verrà concesso un permesso di soggiorno per motivi umanitari ai cittadini stranieri che subiscano violenze di questo tipo. “Monitoreremo costantemente con un osservatorio della polizia l’andamento di questi delitti, in modo da avere sempre un riflettore acceso sul fenomeno”, ha spiegato Alfano.
SOLO REPRESSIONE? – Difende il decreto il viceministro del Lavoro e delle politiche sociali con delega alle Pari opportunità Maria Cecilia Guerra: “Il testo declina buona parte dei principi della Convenzione di Istanbul diventata legge anche in Italia il 19 giugno scorso. Non c’è solo repressione, ha detto, nel decreto è stato inserito anche un piano d’azione straordinario di protezione delle vittime di violenza sessuale e di genere che prevede azioni di intervento multidisciplinari per prevenire il fenomeno, potenziare i centri antiviolenza e i servizi di assistenza, formare gli operatori. Anche se, come denunciano gli operatori del settore, manca una parte che tratti anche gli uomini cosiddetti “maltrattanti”.
LE CRITICHE DEI PENALISTI – Di misure “demagogiche” hanno parlato gli avvocati penalisti: la materia dei rapporti familiari si presta, spiega l’Unione della camere penali, anche ad “accuse strumentali sulla base delle quali domani si andrà direttamente in galera senza alcun filtro preliminare: uno scenario preoccupante che se accontenta le istanze dei forcaioli equamente distribuiti tra maggioranza e opposizione certamente imbarbarisce il sistema”.