Domenico Grispino in un'intervista a "Gente" si rivolge al vicepresidente del Senato e ammette di aver sostenuto in passato il vice sindaco di Sassuolo del Carroccio. Dopo più di un mese dall'offesa del leghista, continua la polemica a distanza con il ministro dell'integrazione
Una discussione senza fine. Continua il botta e risposta tra Cécile Kyenge e la Lega Nord. A chiedere le scuse di Roberto Calderoli è ora il marito del ministro all’integrazione. Il motivo della discordia è l’uscita in pubblico del vicepresidente del Senato del Carroccio che in pubblico aveva definito la collega “un orango”. “L’unico”, ha detto il coniuge Domenico Grispino, “a cui Roberto Calderoli non ha chiesto scusa sono io. Non mi aspetto scuse pubbliche, perché non mi interessano. Però…”.
Alla Festa della Lega dell’Emilia Romagna, per esempio, Grispino sua moglie l’avrebbe mandata. “Anche senza scorta, e non le sarebbe successo niente. Anzi, le avevo anche consigliato di andare a sorpresa all’ultimo momento, ma sa com’è, tra scorta e meccanismi di sicurezza…”. E spiega il perché. “Io non sono certo leghista, ma dico che ci sono anche persone equilibrate come Luca Zaia o Flavio Tosi e che alle ultime regionali ne ho perfino votato uno: Gian Francesco Menani (l’attuale vice-sindaco di Sassuolo)”.
Solo poche ore prima, l’ultimo attacco firmato Lega Nord. Matteo Salvini, dalla sua pagina Facebook aveva lanciato una proposta shock: eliminare il dicastero di cui Cecile Kyenge è titolare. “Ministero dell’Integrazione: un ente inutile, costoso, una fabbrica dell’ipocrisia”, scrive il Segretario nazionale della Lega lombarda. Che poi suggerisce l’idea di una raccolta firme: “Secondo voi la Lega trova 500.000 cittadini pronti a firmare un referendum che abolisca questo Ministero?”.