Il rischio di un nuovo scioglimento del consiglio regionale del Molise, fino a poche settimane fa, era dietro l’angolo. Ma alla fine il peggio è stato evitato: con la legge regionale 10 del 25 luglio scorso, anche la Regione Molise ha recepito il decreto Monti, il provvedimento (convertito in legge) che impone la riduzione dei costi degli apparati politici regionali. “Abbiamo chiuso la vicenda sulla casta”, aveva commentato il neogovernatore Paolo Di Laura Frattura. A ben vedere, tuttavia, la busta paga degli inquilini di palazzo Moffa non sembrerebbe essersi alleggerita. “Altro che: è aumentata di mille euro – denuncia il capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Antonio Federico – Anziché 9250, da questo mese incasserò 10150 euro netti. Mi vergogno quasi a dirlo”. Anche se lui e la sua collega, Patrizia Manzo, continueranno a trattenere 2500 euro netti al mese.
Perché, è vero, l’indennità di base, come un po’ in tutte le Regioni, è stata ridotta. Dai 6163 euro lordi, si passerà ai 6mila. E niente più diaria e rimborso spese di missione, che permettevano ai consiglieri di intascare altri 3600 euro (netti). In compenso, con la nuova legge, i vari benefit saranno accorpati sotto un’unica voce: “Spese di esercizio mandato”. Un maxi-forfait di 4500 euro netti, che verrà erogato ogni mese (in aggiunta chiaramente ai 6mila euro di sopra). Senza l’obbligo di rendicontare alcunché. Non è tutto perché la nuova normativa – ironia della sorte, lo stesso giorno in cui è approdata in aula la proposta di legge, i consiglieri hanno approvato l’aumento dell’Irpef e del bollo auto – introduce anche un’indennità di funzione in base al ruolo ricoperto in Consiglio. “Una voce mai presentata fin ora nelle nostre buste paga” sottolinea Federico. Si va dai 750 euro lordi per i capigruppo (su 20 consiglieri ce ne sono ben 14), i presidenti di commissione e i segretari, ai 1500 euro per assessori e vicepresidenti del Consiglio. Al presidente della giunta e a quello del Consiglio toccheranno invece 3mila euro. E se il consigliere non risiede a Campobasso (dove ha sede palazzo Moffa), nessun problema: gli verrà accordata una mancetta aggiuntiva, a seconda della distanza, fino ad un massimo di 860 euro. Ma i 4500 euro non basterebbero per affrontare le non enormi spese chilometriche (viste le dimensioni del Molise)? “Sicuramente condivisibile – afferma il governatore Frattura, contatto da ilfattoquotidiano.it – verificheremo che atteggiamento assumere”.
Dulcis in fundo, c’è ancora una voce che andrà a gonfiare ulteriormente i portafogli dei consiglieri regionali del Molise. E’ un’eredità della legge regionale 7 del 2002, con la quale venne introdotto un rimborso fisso mensile per l’assunzione di un portaborse personale: altri 2451 euro netti. “Avevamo proposto di eliminarlo – dichiara Federico – ma hanno bocciato praticamente tutti i nostri emendamenti. ‘Dobbiamo studiare meglio la questione’, ci hanno risposto”. L’ufficio legale della Regione adesso ha infatti attivato un’istruttoria per individuare la ricevibilità del rimborso per i portaborse, sulla base del decreto 174/2012. Nel frattempo che la questione verrà “studiata”, i consiglieri (nel dubbio) continueranno ad intascarlo. “Sono straconvinto che il rimborso per i portaborse sia da intendersi decaduto – argomenta il presidente Frattura – Perché nel momento in cui si fissa un tetto massimo, non si possono aggiungere altre somme”. Perché dunque non approvare l’emendamento del M5S? “Aspettiamo di vedere quello che dice il Parlamento” afferma il governatore molisano. “Sappiamo già che conservare questo istituto va a confliggere con quanto stabilito dal decreto Monti” replica il capogruppo M5S. “Peraltro se ci confrontiamo con le altre Regioni– ribatte Frattura, facendo evidentemente ancora riferimento alle vecchie misure dei governi regionali – si vede che ci attestiamo sul livello più basso: abbiamo previsto 13500 lordi per presidente di giunta e 10500 per i consiglieri”.
“Come se non bastasse, gli stipendi sono stati anche indicizzati” lamenta ancora Federico. Insomma se cresce il costo della vita, crescono anche le buste paga dei consiglieri molisani. Alla faccia dei pensionati, che percepiscono un assegno superiore ai 1400 euro lordi. A loro la riforma Fornero lo ha bloccato: nessun adeguamento all’indice Istat. Infine ci sono gli ormai famosi trasferimenti ai gruppi. “Sarà effettivamente più contenuto rispetto a prima” ammette il consigliere a 5 stelle. Ma anche qui “si va in contrasto con la legge 174”, che prevede un trasferimento all’anno di 5mila all’anno per ogni consigliere presente nel gruppo. A questo fondo di base, può essere aggiunto una quota di 0,05 centesimi di euro per ogni abitante della Regione. “Il prodotto, secondo quanto indica la legge, deve essere diviso per il numero totale dei consiglieri – spiega Federico – Il risultato infine verrà moltiplicato per il numero dei componenti del gruppo. Loro invece hanno pensato bene di moltiplicare per il numero totale dei consiglieri, anziché dividere, la quota che deriva dai 0,05 centesimi per il numero di abitanti. Ovviamente risulta una cifra spropositata rispetto a quella che per noi dovrebbe essere”. La cifra complessiva stanziata per i gruppi ammonta infatti ad oltre 430mila euro all’anno.