Politica

Pd, primarie 24 novembre? Tre comunicati non bastano a fare chiarezza

A ventiquattro ore dal termine della direzione nazionale, i dirigenti del partito democratico continuano a discutere sul calendario. Sereni: "L'assemblea deciderà la data della consultazione degli aderenti per scegliere il leader". Risponde Scalfarotto: "Epifani in riunione ha detto sarà il 24, è una dichiarazione ufficiale"

Tre comunicati ufficiali e due versioni: i dirigenti del Partito democratico dopo la direzione nazionale si scontrano sulle date. Dopo la nota ufficiale che ha confermato la data dell’Assemblea per il 20 e 21 settembre, senza però entrare nel merito della convocazione per le primarie, i due vicepresidenti Marina Sereni e Ivan Scalfarotto discutono sui dettagli. La prima ha infatti diramato un comunicato in cui conferma la prima versione. Diverso il documento di Scalfarotto, che chiede di rispettare l’affermazione di Guglielmo Epifani che nel corso della direzione ha parlato di 24 novembre per le primarie. Tra i più critici anche Pippo Civati che dall’inizio aveva mostrato perplessità per il tono della discussione della serata: “Mi è sembrata”, ha detto all’uscita dell’incontro, “una direzione balneare”.

Il caos sotto il cielo del Partito democratico è tanto. “E tutto va bene”, ha commentato ironico il senatore Andrea Marcucci. Ma l’imbarazzo dopo ventiquattro ore dalla direzione del partito continua a crescere. Il malinteso è nato da Magda Negri, l’unica tra i dirigenti Pd iscritta a parlare nel corso dell’incontro. Ha chiesto se le primarie sarebbero state il 24 novembre e il segretario Guglielmo Epifani ha fatto sì con la testa. Ha annuito oppure no? Ha consacrato ufficialmente la data o semplicemente dato una sua opinione? I democratici il giorno dopo si dividono sui dettagli. Il partito dirama una nota ufficiale dove conferma solo le date dell’assemblea: “E i delegati sceglieranno quando andare alla primarie per il leader”. 

Non è bastata la comunicazione ufficiale a calmare gli animi. Si annunciava l’assemblea, ma non la data del congresso, ovvero delle primarie tra gli aderenti al Partito democratico. Una decisione che ha portato sul piede di guerra i renziani, che ne hanno fatto motivo di scontro per avere conferme certe. Così Marina Sereni in una nota ha cercato di rafforzare la comunicazione ufficiale: “Sarà l’Assemblea, che è ovviamente sovrana, a dettagliare modalità e calendario definitivo. Per quanto mi riguarda con la convocazione dell’Assemblea del 20 e 21 settembre prossimi si apre la fase congressuale. La direzione di ieri ha confermato, a partire dalla relazione di Epifani, la decisione di tenere il Congresso nei tempi previsti dallo Statuto. La Commissione sulle regole ha lavorato positivamente e si può arrivare ad una proposta condivisa”. Poi, appunto, sarà, l’Assemblea a decidere.

Ma non tutti sono d’accordo. Così Ivan Scalfarotto, l’altro vice presidente dell’Assemblea, presente al tavolo della presidenza della Direzione al fianco della Sereni: “In una riunione formale del partito, davanti a 200 persone, ieri in Direzione è stato detto che le primarie si faranno il 24 novembre. Non possiamo ignorare quello che è stato detto ufficialmente”. L’esponente del Pd ha proseguito: “Il verbale verrà redatto nei prossimi giorni, ma ci sarà scritto quello che è stato detto davanti a tutti, io ero lì al fianco della Sereni e sono stato testimone. Capisco che ci sono le questioni politiche, ma noi siamo prima di tutto una associazione che deve seguire le regole statutarie: non possiamo ignorare l’esito di una seduta ufficiale di un organismo del partito”. E ha concluso Scalfarotto: “Bisognerà che la presidenza assolva ai suoi obblighi statutari senza ritardo, convocando sia l’Assemblea nazionale, organo sovrano del partito, sia le assise congressuali nelle date deliberate congiuntamente ieri in Direzione”.