La colosso di Wolfsburg ha già dato il via libera alla nascita del brand Nsu (quello della Prinz), il Lingotto vuole concentrare gli sforzi in Europa. Così la casa tedesca e quella torinese seguono l'esempio di Renault. Anche se il fenomeno ha le sue radici già negli Ottanta
Il mercato europeo dell’auto è in forte crisi ed una ripresa è difficile da prevedere, soprattutto nel breve termine. Una delle soluzioni al problema, paventata dalle case automobilistiche, potrebbe essere la produzione di auto low cost. In questo segmento dovrebbero entrare due importanti costruttori del settore auto, vale a dire Volkswagen e Fiat.
Il colosso di Wolfsburg ha già dato il via libera alla nascita del brand, la cui commercializzazione partirà nel 2015 nell’Est Europa e nell’area Bric, vale a dire Brasile, Russia, India e Cina. Quest’ultima darà anche i natali alla prima vettura “a basso costo” di Volkswagen, dato che la produzione sarà affidata ad uno dei due partner locali con cui la casa tedesca produce auto nel grande Paese asiatico. In seguito, le auto low cost di Volkswagen dovrebbero essere commercializzate anche nell’Europa Occidentale, molto probabilmente griffate con il brand Nsu, noto sul mercato italiano per l’utilitaria Prinz e dismesso verso la fine degli anni Settanta. La gamma sarà composta da una berlina, una station wagon ed una monovolume che dovrebbero condividere la piattaforma con la citycar Volkswagen up! o la piattaforma dell’attuale Polo.
Fiat, invece, stando alle indiscrezioni, vorrebbe concentrare i propri sforzi in Europa, inizialmente ad Est e poi anche nella parte occidentale. La produzione delle auto low cost della casa torinese si terranno, quasi certamente, nell’impianto polacco di Tychy o nello stabilimento serbo di Kragujevac. La gamma comprenderà la citycar che condividerà la piattaforma con la Panda e l’utilitaria che condividerà la piattaforma con la 500L. Per quanto riguarda la scelta del brand, circolano le ipotesi su Innocenti ed Autobianchi, ma è più probabile l’utilizzo del brand Yugo, entrato nell’orbita Fiat con l’acquisizione della fabbrica serba che produce la 500L.
La prima casa automobilistica a puntare fortemente sull’auto low cost è stata Renault che, nel 2004, ha introdotto la berlina Dacia Logan al prezzo di 5.000 euro sui mercati dell’Est Europa, puntando sulla produzione in Romania e sulla massima condivisione delle componenti con la Clio dell’epoca. L’anno dopo ha debuttato sui mercati europei occidentali, ottenendo grande successo prima con l’utilitaria Sandero e poi con la suv compatta Duster. Lo stesso esempio è stata seguito da Nissan, consociata di Renault. Il costruttore nipponico ha rispolverato il brand Datsun che identificherà l’utilitaria Go, presentata ufficialmente nei giorni scorsi. La vettura deriva dall’attuale Nissan Micra e sarà commercializzata sul mercato indiano dal 2014, al prezzo base di 400mila rupie, pari a circa 5mila euro. La Datsun Go non sarà venduta in Europa, onde evitare concorrenza interna con Dacia.
Tuttavia il fenomeno low cost nel mondo dell’auto ha origini negli anni Ottanta. Infatti, nel 1985, Citroen e il Governo romeno dettero vita alla Axel, versione economica della Visa. Tra le antesignane delle auto a basso costo figurano anche le bistrattate Alfa Romeo Arna e Fiat Duna. La prima nacque per la volontà di offrire una vettura Alfa Romeo ad un prezzo contenuto, sfruttando la sinergia con Nissan che forniva la scocca della giapponese Cherry ed equipaggiata con la meccanica del Biscione, mentre la seconda doveva seguire le performance commerciali della Fiat Uno da cui derivava, soprattutto per il prezzo basso legato alla produzione in Brasile. Anche Porsche, a metà degli anni Novanta, puntava ad entrare nel segmento delle auto low cost con la C88, rimasta allo stadio di prototipo ed ora esposta in mostra permanente al museo aziendale di Zuffenhausen.