La struttura inaugurerà a settembre 2013 ed è la prima in Italia a offrire non solo servizi residenziali, ma anche attività diurne come il laboratorio per le autonomie e una piccola scuola che insegna le procedure necessarie per affrontare la quotidianità. L'idea è nata dalle famiglie Forino e Valmori ed è finanziata con soldi interamente privati
Aiutare i propri figli, aiutando i figli di tutti. E’ trascorso qualche anno, ormai, da quando a Forlì le famiglie Fornino e Valmori, amiche di vecchia data, si posero quella stessa domanda che oggi, in Italia, assilla centinaia di migliaia di genitori, mamme e papà di ragazzi con disabilità psichica: come assicurare ai propri figli un futuro dignitoso? E forse nemmeno loro, Vincenzo, papà di Antonio Fornino, oggi 42enne, che soffre di disagio psichico, e Otello, nonno di Nicolò Valmori, 21 anni, affetto da autismo, si aspettavano che la risposta a quella domanda si sarebbe trasformata in un bene per tutta la collettività. Eppure è grazie ai loro sforzi, economici e personali, se il 28 settembre sarà inaugurato a Fratta Terme, un paesino forlivese situato tra Forlimpopoli e Bertinoro, il nuovo complesso residenziale per persone autistiche o con disabilità psichiche rimaste senza famiglia. Il primo in Italia a offrire non solo servizi residenziali, ma anche attività diurne, come il laboratorio per le autonomie, una piccola scuola che insegna ai ragazzi tutte quelle procedure necessarie ad affrontare la quotidianità: fare la spesa, utilizzare il denaro, preparare i pasti, avvalersi dei mezzi pubblici, curare la propria igiene personale. “Tanti anni fa – racconta Fornino – quando mi sono trovato di fronte al disagio psichico di mio figlio, non ho trovato soluzioni concrete ai miei bisogni. La mia preoccupazione era: e dopo di noi? Quando non saremo più in grado di occuparci di nostro figlio?”.
Così, grazie alla collaborazione con Otello Valmori, nonno di un ragazzo affetto da autismo, ha preso forma il progetto della struttura residenziale: 22 ettari di terreno che comprendono 2 strutture abitative, “dove i ragazzi potranno soggiornare assieme alle loro famiglie e partecipare alle nostre attività”, i cosiddetti “soggiorni di sollievo e di autonomia”, un ristorante biologico a chilometro zero, “aperto a tutti, residenti ed esterni”, impianti sportivi “per ragazzi disabili e non” con campi da calcio, da basket, una palestra. Ancora, uno spazio infanzia con attività specifiche relative alla disabilità, tra cui l’Aba, l’Analisi del comportamento applicata, una delle tecniche più efficaci, oggi, per aiutare i bimbi autistici o affetti da disabilità psichica, consigliata anche dal ministero della Salute. Il centro, poi, comprende anche ambulatori, con personale medico sempre a disposizione, una sala convegni, un maneggio e una scuderia per cavalli a pensione, attività agricole all’aperto e al chiuso, sale per le attività diurne e per laboratori.
“E’ un sogno che diventa realtà – racconta il direttore, Pietro Berti – grazie alla generosità di due famiglie oggi è nato un servizio per tutta la collettività”. I fondi necessari a costruire il complesso, infatti, sono tutti privati. “I Fornino erano allevatori di polli, i Valmori erano proprietari di un mangimificio: entrambi hanno devoluto i terreni delle loro aziende alla Fondazione che oggi porta il loro nome, e hanno speso gran parte dei loro risparmi per costruire o ristrutturare le strutture”. Ma due anni e parecchi grattacapi burocratici dopo, “abbiamo avuto qualche difficoltà a ottenere i permessi” spiega Berti, possono dire “di avercela fatta”: il centro è pronto per l’inaugurazione e presto ospiterà fino a 20 persone. “In realtà qui con noi ci sono già tre ragazzi, e ne aspettiamo un quarto in autunno. Ma diciamo che il taglio del nastro, quello ufficiale, sarà dopo l’estate”.
“In Italia – continua Berti – sono molte le famiglie che hanno questo stesso problema, ossia garantire ai propri figli un futuro anche quando loro non ci saranno più. Garantire un ‘dopo di noi’, insomma. La priorità è quindi integrarli nella società, insegnare loro a essere autonomi e autosufficienti. E su questo abbiamo lavorato molto, offrendo a tutti la possibilità di iscrivere i propri figli a corsi studiati su misura per colmare un certo tipo di lacune. Abbiamo laboratori di avviamento al lavoro, specialisti a disposizione di ragazzi e famigliari con consigli utili ad accompagnarli in questo percorso: cerchiamo di fare in modo che il soggiorno qui sia come una vacanza, all’insegna del benessere e della famiglia”.
Perché prerogativa del centro sarà anche la possibilità, per mamme e papà, di soggiornare accanto ai propri figli: “Abbiamo previsto sistemazioni per le famiglie, perché il contesto affettivo è fondamentale per i ragazzi. La scienza, da sola, non basta: l’amore dei genitori è un faro. Non si può sradicare il ragazzo dalla famiglia, la famiglia deve essere coinvolta in qualsiasi progetto riguardi i figli”.
Ed è anche per questo che la Fondazione ha previsto soluzioni personalizzate per “venire incontro alle famiglie con più difficoltà economiche”: “Chiunque deve avere la possibilità di accedere al nostro centro, qui tutti devono sentirsi i benvenuti”. Per informazioni: www.fondazioneforninovalmori.it.