Il Tirocinio formativo attivo ha creato 12mila nuovi docenti, a cui però non viene garantita l'immediata fruibilità del titolo: in attesa del concorso (non prima di 2 anni) non possono accedere alle graduatorie. Dove ci sono anche laureati non abilitati. Ma la protesta non è unitaria: un gruppo chiede la riapertura delle graduatorie ad esaurimento. Un altro risponde: "Sono pericolose, vogliamo concorsi regolari e intanto le supplenze"
Professori, finalmente. Ma senza una cattedra. E’ l’ennesimo paradosso della scuola italiana e riguarda i vincitori del Tirocinio formativo attivo (Tfa), il canale di abilitazione all’insegnamento creato dal Ministero dell’Istruzione in sostituzione delle vecchie Ssis. In settimana il ministro Carrozza ha annunciato la prossima attivazione di un secondo ciclo di Tfa da 29mila posti. Ma agli abilitati del primo non è ancora stata garantita l’immediata fruibilità del titolo conseguito.
Le prove si sono svolte nel 2012, il corso si è concluso a luglio (a parte l’eccezione di qualche regione, slittata a settembre), abilitando circa 12mila nuovi docenti. Ad attenderli, però, per il momento c’è solo la disoccupazione: i ‘tieffini’ sono stati esclusi dall’attuale meccanismo di reclutamento. Dal concorsone 2012, innanzitutto: le prove finali si sono tenute anch’esse nelle ultime settimane, le assunzioni non avverranno che a settembre. Ma il Ministero ha deciso di riservarlo agli abilitati entro il novembre 2012. Niente da fare, dunque, per i nuovi abilitati, per cui sarebbe stato possibile magari ipotizzare un’ammissione con riserva.
A scatenare le proteste, però, è soprattutto l’esclusione dalle tanto famigerate ‘graduatorie‘. Quelle ad ‘esaurimento” (le cosiddette GaE), che assegnano cattedre di ruolo, sono chiuse. Non per tutti, in realtà, visto che anche quest’anno qualcuno ci è entrato: i ‘congelati’ Ssis, ad esempio (come chi aveva vinto il concorso delle scuole di specializzazione mentre faceva un dottorato, e salvo poi trovare i corsi dismessi una volta concluso il contratto universitario: altra stortura tutta italiana); oppure gli abilitati in altri Paesi Ue. Ma per i ‘tieffini‘ non c’è posto: lo ha ribadito in settimana anche il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. “L’inclusione degli abilitati nelle graduatorie a esaurimento – ha affermato il Ministro – , oltre a non essere coerente con il sistema delineato (Tfa per l’abilitazione, concorsi per il reclutamento, nda), sarebbe contraria a precise disposizioni legislative, che a partire dal 2006 hanno ripetutamente disposto l’impossibilità di integrare le graduatorie”.
Stessa situazione per le graduatorie d’istituto (GI), che assegnano più modestamente le supplenze. Qui ci sono ‘vecchi’ abilitati, ma persino laureati fino al 2011 senza abilitazione (collocati in terza fascia). Non i tieffini, però, che pure un’abilitazione se la sono guadagnata superando un concorso a numero chiuso e con ben tre prove d’accesso e una d’uscita.
Niente cattedre né supplenze, dunque. Ai vincitori del primo Tfa non resta che mandare lettere di ‘messa a disposizione’, a cui difficilmente riceveranno risposta visto il numero esorbitante dei docenti inseriti in graduatoria. O, ultima spiaggia, rivolgersi alle scuole paritarie. Dove spesso (soprattutto al Sud) si insegna per pura vocazione. Ovvero gratis.
Le richieste dei tieffini sono diverse, la protesta non è unitaria. Un gruppo chiede la riapertura delle graduatorie a esaurimento. “O vengono abolite completamente, oppure non ci devono essere discriminazioni“, spiega uno dei coordinatori del fronte, Edoardo Ricci. “I concorsi sono la soluzione migliore, ma non ci fidiamo del governo quando dice che presto ne verrà bandito uno nuovo: ricordo che l’ultimo, prima del 2012, era stato nel ’99”. Domenico Prellino, invece, – responsabile del “Coordinamento Collettivo Studenti TFA Ordinario” – propone l’inserimento nelle graduatorie d’istituto: “Le graduatorie ad esaurimento sono pericolose, perché la storia ci insegna che sono un pretesto per non bandire concorsi a cadenza regolare, l’unica vera via per la meritocrazia, e stabilizzare gli abilitati con percorsi riservati. In attesa di ciò, però, almeno ci venga data la possibilità di fare supplenze“. Tutti, comunque, chiedono uno spiraglio, una prospettiva. Le iniziative sono tante, tra manifestazioni in piazza, interrogazioni parlamentari e l’idea di proporre a settembre un emendamento al decreto D’Alia sulla pubblica amministrazione. Se nessuna andrà in porto, però, ai tieffini non resterà che aspettare.
Per quanto, non si sa di preciso. Almeno un anno, visto che solo a luglio 2014 è prevista la riapertura delle graduatorie d’istituto. Per il concorso, invece, difficilmente se ne parlerà prima del 2015: il tempo necessario ad assorbire gli 11.542 posti messi in palio dal concorsone 2012. E nel mentre – come beffa ulteriore – i Pas (noti in precedenza come Tfa speciali) potrebbero abilitare, senza alcuna prova selettiva d’accesso, altri 100mila docenti. Da cui la maggior parte dei tieffini ordinari si vedrebbe superata in graduatoria in virtù della minor anzianità di servizio. Ma questa è un’altra storia ancora.
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