Le irregolarità evidenziate si riferiscono al "mancato assoggettamento all’Iva delle commissioni percepite negli anni 2008 2009 e 2010 per l'attività svolta di banca depositaria di fondi comuni d’investimento e, ai fini Ires, all’indebita deduzione di rettifiche di valore e perdite su crediti"
Sempre più problemi con il Fisco per le banche italiane. Dopo che la Guardia di Finanza ha puntato i riflettori sulle operazioni di Intesa Sanpaolo dal 2008 al 2011, questa volta è il turno di Banco di Desio. L’istituto ha aumentato di 2,31 milioni di euro gli accantonamenti al fondo rischi e oneri fiscali, portandoli alla fine del primo semestre a 2,75 milioni, per far fronte a un contenzioso con il Fisco.
Le irregolarità evidenziate nel processo verbale di constatazione redatto a chiusura della verifica si riferiscono – spiega la banca nella relazione semestrale del Banco – “ai fini Iva, come per gli accertamenti già notificati per gli esercizi 2006 e 2007, al mancato assoggettamento all’imposta delle commissioni percepite, negli anni 2008 2009 e 2010 per l’attività svolta di banca depositaria di fondi comuni d’investimento e ai fini Ires, all’indebita deduzione di rettifiche di valore e perdite su crediti, in quanto ritenute fuori competenza temporale”.
“Con riferimento agli avvisi di accertamento della capogruppo relativi all’esercizio 2006 e all’esercizio 2007 – prosegue il testo – si attende la trattazione del ricorso in Commissione tributaria provinciale di Milano, fissata per il 30 settembre 2013 e per il 7 ottobre 2013″.
Come anticipato nell’ultima assemblea dei soci – conclude il Banco – “la Guardia di Finanza, nel corso della predetta verifica, ha aperto un’attività ispettiva sulle controllate estere Brianfid Sa in liquidazione, Cpc Sa in liquidazione e Rovere Sdg. A chiusura dell’attività, il 9 maggio 2013, sono stati notificati tre distinti processi verbali di constatazione, per presunta esterovestizione“.