La situazione politica non è mai stata così semplice e cosi chiara. Il capo di una delle tre principali forze elettorali del paese è stato condannato in via definitiva ad una pena superiore ai due anni di carcere, e in forza di una legge votata anche dal suo partito pochi mesi fa non può più essere membro del parlamento. Neppure la grazia presidenziale, scandalosa e inconcepibile, o un’amnistia ad hoc, altrettanto indecente, cambierebbero questo fatto ormai irreversibile: Berlusconi non godrà più della immunità parlamentare.
“La legge è eguale per tutti” significa infatti che è eguale per chi dispone di un solo voto e per chi ne raccoglie alcuni milioni. Ovvietà talmente lineare e lapalissiana che non dovrebbe sfuggire neppure a Giuliano Ferrara, e financo a Pigi Battista, forse (intanto sul “Corriere” se ne è accorto Galli della Loggia: accontentiamoci). Ogni azione per aggirare o annullare l’estromissione definitiva del Delinquente di Arcore dal Palazzo si qualifica perciò come tentativo di ‘golpe bianco’.
Di conseguenza la politica italiana, se resta nell’alveo dell’ordinamento costituzionale, dovrà svolgersi senza Berlusconi. Che probabilmente si darà alla latitanza: dei suoi crimini noi conosciamo sola la punta dell’iceberg rivelata dalle inchieste giudiziarie, mentre l’ex Cavaliere li conosce tutti, e se paventa che un gup potrebbe farlo arrestare ne avrà ben donde.
Il suo partito dovrà perciò attrezzarsi ad esistere con lui latitante – come già avvenne per il Psi di Craxi – o comunque fuori dai giochi. Se ci riuscirà. Altrimenti la destra italiana dovrà darsi altri strumenti elettorali, magari meno eversivi.
A parte i suoi scherani, i ruffiani e le cheerleader mediatiche, non si vede chi altro dovrebbe adoperarsi per impedire che la normalità legale e costituzionale della vicenda Berlusconi segua il suo corso.
Ad affannarsi per l’impunità del Delinquente di Arcore possono essere solo due categorie: i complici e i ricattati. Se i dirigenti del Pd non fanno parte né degli uni né degli altri (un SE da scrivere in maiuscole), la smettano di tracheggiare, riducano i tempi all’osso, come chiede il M5S, e Berlusconi in politica resti solo un disgustoso ricordo.
I suoi lacché faranno cadere il governo? Ci sono altre due maggioranze possibili: un bel governo Rodotà o Zagrebelsky senza ministri di partiti o un brutto governo Pd con gli sbandati del berlusconismo pronti a riciclarsi.