Nel giorno in cui i cattolici celebrano l'Assunzione di Maria, Bergoglio ha voluto ricordare la lettera apostolica "Mulieris dignitatem" sulla vocazione femminile, "un documento alla base di cui c'è la figura della Vergine". L'8 maggio scorso il Pontefice aveva esortato le suore a "essere madri e non zitelle". Oggi le ha paragonate alla madre di Gesù
La donna e la sua “dignità” vanno comprese nella Chiesa ed esaltate. Papa Francesco prima di recitare l’Angelus, parla del ruolo delle donne nel giorno in cui i cattolici celebrano l’Assunzione di Maria. “Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, e guidaci sulla via che conduce al Cielo”, ha scritto Bergoglio su Twitter. “Desidero ricordare – ha detto – il 25esimo anniversario della lettera apostolica “Mulieris dignitatem”, del beato Giovanni Paolo II, sulla dignità e vocazione della donna. Questo documento è ricco di spunti che meritano di essere ripresi e sviluppati: e alla base di tutto c’è la figura di Maria, infatti uscì in occasione dell’anno mariano”.
“Ci ha parlato di Maria, in un modo che ci ha colpito tanto. La donna consacrata è un po’ come Maria”, ha commentato a Radio vaticana, suor Maria Concetta, madre vicaria del monastero di clausura di Clarisse di Albano, visitato dal Pontefice questa mattina prima di celebrare la messa dell’Assunzione nella piazza di Castel Gandolfo. Poi il Papa “ha raccontato una cosa simpatica, bella che ha fatto sorridere tutti, lui compreso. Maria sta all’interno della porta del Paradiso; San Pietro non sempre apre la porta quando arrivano i peccatori e allora Maria soffre un po’, però rimane lì. E la notte, quando si chiudono le porte del Paradiso, quando nessuno vede e nessuno sente, Maria apre la porta del Paradiso e fa entrare tutti“.
“Abbiamo rivisto in questo – ha spiegato la madre vicaria – la nostra missione, la nostra vocazione. Questa vocazione alla vita contemplativa, in clausura, oggi non è compresa per niente, ma non importa. Qual è l’essenzialità? Qual è lo scopo di questa vita, di questa vocazione? Credo sia proprio questo. E oggi il Papa in poche parole ce lo ha ripetuto”. “Nel silenzio, nel buio, nella notte – ha aggiunto – quando nessuno vede, nessuno sa, nessuno sente, quanta gente passa davanti ai monasteri di vita contemplativa e non sa neanche chi c’è lì dentro e perché stanno lì. Ecco, in questo silenzio, in questa notte, si svolge la nostra missione, cioè poter aprire le porte del Paradiso per far entrare tutta l’umanità, tutti gli uomini, fratelli e sorelle che forse neanche conoscono, neanche sanno e forse non hanno il dono della fede. Come Maria, aprire quella porta”.
L’8 maggio scorso Bergoglio si era rivolto alle suore delegate di 1900 ordini religiosi del mondo: “Siate madri e non zitelle”, aveva esortato il Papa dopo aver domandato alla platea raccolta in udienza in aula Paolo VI “cosa sarebbe la Chiesa senza di voi? Le mancherebbe maternità, affetto, tenerezza”. In quell’occasione il Pontefice aveva ricordato come “la castità, valore fondamentale, vada vissuta come carisma prezioso che allarga la libertà del dono a Dio e agli altri, con la tenerezza, la misericordia, la vicinanza di Cristo”. “Una castità – aveva sottolineato il Papa – è feconda, che genera figli spirituali nella Chiesa: la consacrata deve essere madre e non zitella”.