Bastano 50 minuti di traghetto per arrivare all’Elba da Piombino. Un’isola vicina alla terraferma, quindi, ma lontana per caratteristiche e atmosfere. Nonostante la sua realtà di nota destinazione turistica, l’Elba è ancora miracolosamente autentica. Merito degli elbani, innanzitutto. Toscani e per di più isolani, gli abitanti dell’antica Ilva sono ruvidi. Non hanno venduto e non vendono a tutti i costi la loro terra. Loro sono lì. Se ci volete stare anche voi, accomodatevi, ma senza la pretesa di cambiare troppo, né che tutto ruoti intorno a voi. Da tutto questo deriva il resto.
Se volete andare in giro e visitare troverete cose meravigliose, ma nulla sarà mai servito su un piatto d’argento, come un invito: i musei sono sempre da scovare e ancor di più i resti delle tre ville romane presenti sull’isola (la più bella è Villa delle Grotte, sulla strada tra San Giovanni e Porto Azzurro, con vista stupenda sul mare e su Portoferraio), da guadagnare oltre cancelli spesso chiusi e rovi. Il discorso vale al contrario per la natura: basta girare l’isola per spalancare gli occhi di fronte all’incredibile varietà di ambienti e paesaggi: dalla vegetazione quasi alpina del monte Capanne (1019 metri sul mare, si raggiunge la vetta anche in funivia), alle zone pianeggianti che precedono Porto Azzurro, fino all’infilata di spiagge bianche, nere, scogli e ghiaia che hanno reso l’Elba una famosa località balneare.
Cosa vedere – L’Elba ha un patrimonio di arte e storia che non ha l’uguale nelle altre piccole isole italiane. Oltre ai resti romani ci sono una decina di musei, quello che rimane di una fabbrica del ghiaccio (è a Portoferraio, in vicolo dell’Amore), antiche dimore affrescate, forti e fortezze disseminate in tutta l’isola, miniere abbandonate, vecchie tonnare, una “capitale” (Portoferraio) e una lunga lista di paesi uno più bello dell’altro, dai minuscoli San Piero e Sant’Ilario alle panoramicissime cittadine di Capoliveri e Marciana. Se volete scegliere un solo museo, andate a quello archeologico della Linguella, a Portoferraio. Si raggiunge a piedi, costeggiando il porto fino all’estremità, dove appunto sorge la torre ottogonale della Linguella. Oltre a essere interessante per i reperti esposti, è imbattibile per l’ambientazione, in un piccolo giardino disseminato di cannoni, e per il colpo d’occhio che offre sulla città e sul mare.
Sempre a Portoferraio, si è ripagati della salita tra strade ora strette (è un paese alto sul mare) e ora larghe (alcune strade consentivano il passaggio delle carrozze) arrivando al panoramicissimo Forte Stella, che delimita tra le sue mura anche case un tempo destinate ai militari, con torri d’avvistamento, piccoli edifici per il ricovero dei cavalli e piazzette. Da non perdere anche la Villa dei Mulini, la “casa di campagna” (è uno dei pochi punti dell’isola in cui non si vede il mare) finemente arredata e decorata dove visse il Bonaparte.
Cosa fare – Mare, acque termali, sentieri e musica sono le principali attrattive dell’isola. Per godere al meglio il primo, però, bisogna avere le idee chiare. Volete una spiaggia bianca, di sabbia impalpabile? L’indirizzo migliore è di Fetovaia, alla fine di una lunga baia nel sud dell’isola, delimitata ad ovest da un promontorio di pini marittimi. Non vi va di usare la macchina? Da Portoferraio, attraversando il giardino della città si arriva alla spiaggia delle Ghiaie. Che, ovviamente, è di piccoli sassi, con l’acqua trasparente come il cristallo. Per chi vuole assolutamente le sabbia, le spiagge giuste sono quelle di Lacona e di Cavoli, entrambe sul versante sud, con vista sull’isola di Montecristo.
La prima, con acqua dolcemente digradante, è perfetta per le famiglie con bambini (alle spalle c’è anche una pineta); la seconda, con musica tutto il giorno e frequentazione “giusta”, è la preferita dai giovani. Non c’è da scegliere, invece, per le terme. Si fanno in località San Giovanni, dove lo stabilimento che dagli anni ’60 sfrutta una sorgente di acqua salsoiodica è stato recentemente affiancato da un centro benessere con thermarium nel parco. Se avete un’idea un po’ più attiva del benessere, i sentieri dell’isola sono quello che fa per voi. All’Elba ce ne sono tantissimi, nella maggior parte dei casi facili e vista mare, da percorrere a piedi, in bici o a cavallo. Nell’ambito del Festival del Camminare, da settembre alla fine di ottobre si organizzano escursioni guidate, anche al chiaro di luna, lungo i percorsi più belli. A proposito di festival, il più celebre sull’isola è sicuramente quello internazionale di musica, quest’anno alla 17ma edizione, che si tiene dal 30 agosto all’8 settembre.
Cosa mangiare – Il prodotto più tipico dell’Elba è la schiaccia ebriaca (ubriaca), un dolce basso con uvette e alkermes in vendita in tutti i negozi di alimentari. Da provare anche l’immancabile cecina (una specie di focaccia a base di farina di ceci, cotta in forno a legna), i piatti a base di pesce e la toscanissima pappa al pomodoro, che utilizza il pane raffermo abbinandolo a pomodoro, aglio e mentuccia.