Il presidente della Giunta per le immunità del Senato spiega di aver chiesto di alcuni documenti per chiarire il ruolo dell'ex premier in Mediaset. Secondo il senatore di Sel, la nota di Napolitano sull'ipotesi della grazia e sulla richiesta di un 'salvacondotto' "chiarisce tutto": "Non potranno esserci aiuti provenienti dall’esterno”
Tra poco meno di un mese, il presidente della Giunta per le immunità del Senato Dario Stefàno di Sinistra ecologia e libertà tornerà a essere protagonista della vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi. Ma nel frattempo cerca di mettere ordine nel caos di congetture e ipotesi messe in campo dal Pdl per difendere la cosiddetta “agibilità politica” dell’ex premier.
Non solo la grazia non potrà incidere in alcun modo sulla legge anticorruzione (firmata da Cancellieri, Patroni Griffi, Severino e Monti), che fa scattare l’incandidabilità non appena si riporti una condanna definitiva a più di due anni di reclusione, a prescindere da come questa si sconti, ribadisce con forza Stefano all’agenzia di stampa Ansa. Ma i tempi perché si scriva una parola “fine” su questa storia saranno rapidi, perché la Giunta è già a buon punto.
Stefàno spiega di aver chiesto di alcuni documenti per chiarire il ruolo di Berlusconi in Mediaset: “Sulla base di un impegno assunto con tutti i gruppi presenti in Giunta ho fatto richiesta di una serie di documenti, tra cui gli atti concessori e autorizzatori del gruppo Mediaset e le visure camerali riguardanti le cariche sociali nelle aziende a esso riconducibili”.
Secondo il senatore di Sel, la nota di Napolitano sull’ipotesi della grazia e sulla richiesta di un ‘salvacondotto’ per Berlusconi avanzata con forza dal Pdl, chiarisce “tutto quello che c’era da chiarire”. Ma lui ci tiene a ribadire un punto. “Occorre distinguere ed evitare di fare confusione sui ruoli: l’esecuzione della pena detentiva non è competenza della Giunta, trattandosi di sentenza definitiva. Ciò chiarito, non ritengo opportuno che io entri nel merito di altri aspetti quali la grazia, gli arresti domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali di competenza di altri organi dello Stato. In relazione, invece, a eventuali future competizioni elettorali di Silvio Berlusconi, per i prossimi 6 anni gli Uffici elettorali non potranno ricevere la candidatura a causa dell’incandidabilità prescritta dal Decreto 235 del 31 dicembre 2012 a meno che non intervenga una riabilitazione, su richiesta dello stesso Berlusconi. Ma ciò – sottolinea Stefàno – è inimmaginabile, prima di almeno due anni. Quanto alla decadenza da senatore della XVII legislatura, invece, la decisione finale spetterà all’assemblea del Senato, e non potranno esserci “salvacondotti” provenienti dall’esterno”.
A proposito del ruolo svolto in Giunta dal Movimento 5 stelle che fa pressione per una decisione rapidissima, il presidente della Giunta osserva: “Anche i commissari del M5S si sono uniformati al clima di approfondimento giuridico e quindi di merito, che sin dall’avvio dei lavori ha caratterizzato l’approccio e le riunioni della Giunta. Quanto alla decadenza del senatore Berlusconi, hanno premuto, com’è noto, affinché le procedure fossero tempestive. Sollecitazione che, in verità, non è stata esclusivamente appannaggio dei 5 Stelle. E noi abbiamo agito nel più breve tempo possibile, con tempestività, applicando rigorosamente le norme regolamentari che includono anche il diritto di difesa ed i tempi necessari a concretizzarsi”.
Possibili novità in arrivo? “Una possibile novità, – risponde – forse l’unica, potrebbe venire dalla definitività della condanna alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, che comporta anch’essa la decadenza dal mandato di Berlusconi. Credo, però, che quando arriverà non sarà più di competenza della Giunta perché questa avrà già concluso il suo operato”.