Frasi choc su Yelena Isinbayeva, l’atleta a favore delle leggi anti gay volute dalla Russia, che stanno creando polemica nel Partito democratico. Ad averle postate su facebook è Gianluigi Piras, consigliere comunale di Jerzu (Ogliastra), responsabile di Anci Giovane e presidente del Forum regionale sardo sui Diritti che sul suo profilo – nella quale campeggia la foto del ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge – ha scritto: “Isinbayeva, per me possono anche prenderti e stuprarti in piazza. Poi magari ci ripenso. Magari mi fraintendono”.
Uno status che ha scatenato numerose reazioni online e nel Pd. Tra i primi a intervenire Anna Paola Concia che su Twitter chiede al segretario del suo partito di prendere provvedimenti: “Caro Epifani, su Piras prendi subito provvedimenti”. Ma a decidere il passo indietro è lo stesso Piras che sempre sul social network ha chiesto scusa e rassegnato le dimissioni: “Lo stupro è inaudita violenza – ha scritto – Ma il danno è enorme e quando si sbaglia, in politica come nella vita, c’è sempre un prezzo da pagare, e io intendo pagare”. E aggiunge: “Irrevocabilmente rassegno le dimissioni dalla Presidenza del Forum regionale sui Diritti civili del Partito democratico della Sardegna e dalla Direzione Regionale; rassegno irrevocabilmente le dimissioni dal Consiglio comunale di Jerzu; rassegno irrevocabilmente le dimissioni dal coordinamento regionale di Anci giovane – scrive – rimetto nelle mani del segretario regionale e nazionale del partito democratico la mia tessera di iscritto e rassegno irrevocabilmente le dimissioni da coordinatore provinciale di Prossima Italia, associazione impegnata da sempre con grande determinazione nelle battaglie in difesa dei diritti civili e che in questa fase sta sostenendo la candidatura di Giuseppe Civati alla segreteria Nazionale del Pd”.
Oltre a dimettersi da tutti gli incarichi, Piras precisa: “In questo momento e prima di tacere definitivamente e per parecchio tempo, oltre alla nota diramata, posso solo integrare che, dimissioni a parte, accetterò qualsiasi provvedimento di espulsione da parte del mio partito”. Inoltre, sottolinea, “qualora la nota non fosse sufficiente a recuperare il grave danno da me involontariamente inferto ai danni di tutte quelle donne che abbiano subito violenze e che, a leggere le mie parole, siano state toccate da ennesima violenza, intendo accettare qualsiasi iniziativa legale nei miei confronti al fine di pagare il giusto prezzo, se necessario, anche di fronte alla legge. E se proprio devo continuare a ricevere infiniti e giustificati insulti, chiedo solo che siano sinceri e sentiti e non provengano da altre motivazioni”.