Dopo Black Sabbath e Guns N’ Roses ci si ritrova ancora su queste pagine per parlare – neanche a dirlo – di musica: nello specifico vorrei proporre voi un esperimento insolito quanto (spero) interessante. Essendo allergico alle recensioni musicali come le conosciamo, più autocelebrative che indicative, vorrei ragionare come se stessi mettendo a nudo gli ascolti più ricorrenti nel mio IPod in questa calda estate del 2013: questo mi permette infatti di presentare più brani e artisti contemporaneamente e trattare le novità italiane, specie le meno conosciute, alla stregua dei grandi artisti internazionali.

E allora bando alle ciance..

1)Editors – A Ton Of Love: primo singolo estratto da un disco (“The Weight Of Your Love”) che ad un primo impatto sembrava troppo brutto per essere vero. Altro cambio d’abito che se non stupisce appaga: troppo uguali a qualcun altro per suonare rivoluzionari, troppo diversi da loro stessi per non risultare credibili

2)Alice In Chains – Hollow: tra tante “reunion” (che poi reunion non é) improbabili e dal sapore agrodolce, quella degli Alice In Chains è l’unica rispettabile. “The Devil Put Dinosaurs Here” è un disco oscuro, grottesco, maledetto come solo Layne Staley avrebbe potuto.

3)Matthew E. White – Big Love: giunto all’attenzione dei più esclusivamente grazie al passaparola tramite internet, il suo “Big Inner” è un labor limae incredibile che denota un gusto ed una classe quasi disumani.

4)Moseek – Pills: band romana che ha da poco pubblicato il nuovo album “Leaf”, molto prolifica e attiva ormai da anni sul territorio. Si prendono poco sul serio e che alla determinazione necessaria legano un sound fresco e godibile senza eccedere nelle pretese.

5)Madkin – Bandwagon: ci sono band che ad un primo ascolto fanno pendere l’ago della bilancia da una parte piuttosto che dall’altra senza lasciare scampo al dubbio. I Madkin suonano grevi e diretti come l’odore tagliente delle metropolitane di Roma e decisi come un testacoda nel mezzo del grande raccordo anulare.

6)I Dottori – Belladonna: se Rino Gaetano avesse incontrato Chris Cornell e Josh Homme per collaborare con loro allo stesso progetto musicale suonerebbe più o meno come il loro primo album “Canzone Perfetta”. Autoironici, quadrati, ammalianti.

7)Rhumornero – Schiavi Moderni: se i Negrita non si fossero persi per strada scimmiottando il peggio del pop sanremese (almeno questo è quello che penso), parleremmo di qualcosa di molto simile alla musica dei Rhumornero e del loro “Il Cimitero dei Semplici”. 

8)Pearl Jam – Mind Your Manners: l’altra volta a sparigliare tutto fu il singolo “The Fixer”, che colpiva per la componente pop (fin troppo) preminente, stavolta ad anticipare il nuovo disco “Lightning Bolt” è un brano punk-rock, che quasi strizza l’occhio ai Motorhead della prima ora e finisce per far innamorare anche in merito alla durata veramente esigua.

9)Placebo – Too Many Friends: il brano che non ti aspetti dopo anni di toppe clamorose. La sintesi perfetta tra il rock alternativo ed il pop da classifica, condotto in porto da quel terzinato di piano che manda letteralmente fuori di testa eppure sarà costato a Brian Molko cinque minuti del suo tempo.

10)Ghost B.C. – Year Zero: gruppo heavy metal svedese dal sapore esoterico, che definire provocatorio suona come l’eufemismo estremo. Cori in latino, assoli al bacio, atmosfere lsd per un album, “Infestissumam”, da consumare forse per i prossimi anni. Con loro, tra l’altro, andiamo anche a chiudere.

A corredo di una classifica che classifica non è spero abbiate avuto modo di scoprire qualcosa di cui non eravate a conoscenza. Vi saluto ricordandovi, incitandovi a fare le vostre segnalazioni ai contatti indicati nella mia biografia. Alla prossima! 

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