Deputati del Pd, state tranquilli e dormite pure sereni. Se approverete il processo di revisione della Costituzione non siete affatto complici di una violazione della Carta. Almeno questa la garanzia affidata a un documento intitolato “La road map delle riforme costituzionali” e distribuito il 7 agosto scorso dal Pd ai suoi deputati. Ad attirare l’attenzione sul documento è stato Salvatore Settis con un articolo su Repubblica dal titolo Porcellum e Costituzione. Già, perché in realtà questo testo altro non è che una parafrasi del ddl 813 (quello che prevede la deroga) nella quale sono state inserite frasette tranquillizzanti a uso di chi non è proprio convinto che la Costituzione vada cambiata, e così.

Il testo, redatto da Massimo Rubechi (ricercatore a tempo determinato a Urbino), mette sullo stesso piano legge elettorale e riforma costituzionale. Un sintomo: il “porcellum” non è un pezzo della Costituzione. Invece la fretta con la quale si vuol porre mano al 138 della Costituzione è più che sospetta. Vediamo cosa dice il documento.

DA ALCUNE PARTI è stato sostenuto che l’utilizzo di una procedura parzialmente derogatoria rispetto a quella prevista dall’articolo 138 della Costituzione sia non solo di dubbia compatibilità con i principi costituzionali, ma possa addirittura configurarsi come un tentativo di colpo di Stato”. Il problema è che, come hanno spiegato fior di costituzionalisti del calibro di Alessandro Pace o Alessandro Pizzorusso, l’articolo 138 è modificabile ma non derogabile. Questo ddl non potrebbe esser qualificato come norma in deroga in quanto determina mutamenti definitivi.

“NON SI RILEVA, invece, alcun argomento giuridico robusto a favore di queste tesi: è dunque opportuno sgomberare il campo sin da subito da interpretazioni forzate e, si potrebbe sostenere, probabilmente impiegate prevalentemente per fini propagandistici”. Sgombriamo il campo: robusta è la Costituzione così com’è, e avanzare qualche dubbio non è propaganda ma legittimo spirito critico. È infatti il Parlamento l’organo al cui interno trova piena espressione il principio della sovranità popolare”. Sarebbe vero, ma ora in Parlamento ci sono solo nominati per effetto del “porcellum”.

“IL PROGETTO di revisione non si configura affatto come l’anticamera di un progetto eversivo bensì come uno strumento legale e costituzionalmente legittimo … della cui legittimità costituzionale è difficile – se non volendo sposare impostazioni estremiste – dubitare”. Discutere la legittimità del ddl è da “estremisti”. Ecco allora un brevissimo elenco di alcuni (ma sono tanti) dei ferocissimi e pericolosi estremisti dai quali guardarsi bene: Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Paolo Maddalena, Alessandro Pizzorusso, Alessandro Pace

da il Fatto Quotidiano del 14 agosto 2013

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