Quante volte ci siamo sentiti liberi di decidere veramente le sorti del nostro amato paese?
Quante volte vi siete sentiti in grado di essere utili realmente alla vostra città?
Quante volte avete opposto realmente resistenza alle varie ingiustizie quotidiane?
Quante volte avete fatto finta di non vedere e vi siete girati dall’altra parte?
Quante volte avete solamente e semplicemente criticato o commentato senza poi essere conseguenti sino in fondo?
Partire da queste semplici domande serve per capire come le nostre vite siano imprigionate da una sorta di invisibile schiavitù democratica.
Guardate la deriva politica di questi anni.
Guardate la deriva dei partiti e della classe dirigente.
Tutti, ognuno con le sue responsabilità, hanno contribuito a questa situazione.
Le solite grandi e fraterne manovre hanno portato avanti delle politiche volte a guardare e salvaguardare solamente gli interessi privati e mafiosi.
Nulla e poco nell’interesse collettivo.
Se ci fate caso, gli uomini che decidono le nostri sorti sono sempre gli stessi e sempre della stessa “famiglia”.
Nel 2013 non è più possibile che i discorsi della politica e dei vari principali organi di informazione siano sempre monotematici e sempre raccontati dalle stesse finte facce.
Siamo assuefatti e incantati dalla nebbia politico-istituzionale di questi anni.
Fanno e disfanno, ma le cose non cambiano mai.
Anzi, oramai, i politicanti influenti sono spudorati e senza ritegno.
Hanno fatto di tutto in questi anni.
Rubato i soldi pubblici, sottratto le nostre risorse, truffato lo stato, utilizzato lo stato per loro fini privati, inquinato la legalità e le istituzioni, aiutato e collaborato con le mafie.
E come se non bastasse continuano ad aumentare costantemente la pressione fiscale e ad eliminare ogni ipotesi di tutela giudiziaria. Da settembre tutti i tribunali minori saranno chiusi.
E tutto questo noi lo subiamo senza tanto clamore.
Sì, ci ribelliamo a voce, critichiamo, offendiamo e denigriamo, ma alla fine subiamo le loro scelte e le loro inefficienze volute e calcolate.
E se provi a fare politica e a dire queste cose all’interno del partito che hai scelto non hai lunga vita politica.
Ve lo dice un giovane del Pd, che da quando ha iniziato a raccontare le cose che non andavano, è sempre stato isolato da i nobili del partito.
Esempi ne potrei fare molti. Ma ve li racconterò in un post a parte.
Oltre alla censura che gli organi di stampa locale, influenzati dalle solite baronie di zona, ti applicano.
Ma se alzi la voce e hai forza ti fai sentire ugualmente.
Il Pd attuale non mi piace e non è più il partito nel quale mi riconosco.
Doveva essere il partito che diceva chiaramente che Berlusconi è un delinquente che cerca di nascondersi dietro la politica. E che lo fa da più di vent’anni solo per evitarsi la galera.
Tutto il resto e il finto politichese non mi piace e non serve all’Italia.
E invocare la finta unità, con le larghe intese, solo per evitare che si discuta apertamente dello schifo che vediamo tutti i giorni non è utile al Paese e ai suoi cittadini.
Napolitano non ha capito che il mondo fuori dal Palazzo è un’altra cosa e di belle parole la gente che muore di fame o che stenta ad arrivare a fine mese non se ne fa niente.
Le catene di questa schiavitù democratica sono belle grosse e pesanti.
Solo quando riusciremmo a vederle e capirle realmente potremmo trovare tutti insieme la soluzione e liberarci definitivamente.