Volevano sganciare bombe elettorali, ma dai cieli sono caduti mortaretti. Con l’Italia delle spiagge a guardare su annoiata, e un altro pezzo di Paese a ridacchiare davanti al pc.
I falchi del Pdl hanno sbagliato i tempi, che in politica sono quasi tutto: e invece di consensi si sono beccati lazzi e indifferenza. Proprio non ha funzionato, l’offensiva di Ferragosto con nove aerei a sorvolare i litorali del Centro-Nord, con uno striscione lungo 25 metri: “Forza Italia Forza Silvio”.
Un’idea dell’ala dura del partito di B., sviluppata subito dopo la sentenza della Cassazione sul caso Mediaset. Un modo per confermare il sostegno incondizionato nel capo, certo. Ma (nei piani) anche e soprattutto il calcio d’inizio di una campagna elettorale da fine del mondo, con la guardia pretoriana di Berlusconi, Santanchè in testa, a chiamare alla pugna verso le urne d’autunno, nel nome della risorta Forza Italia.
Il 13 agosto però Napolitano ha emesso la sua nota, ribadendo che il governo Letta deve andare avanti, nonostante tutto e tutti, e che le sentenze vanno rispettate. Quanto alla grazia, “tocca al Presidente della Repubblica far corrispondere un esame obbiettivo e rigoroso per verificare se emergano valutazioni e sussistano condizioni che possono motivare un eventuale atto di clemenza individuale”. Traduzione più diffusa: si vedrà. Soppesando le parole del Quirinale, e considerando anche quel netto no di Marina Berlusconi (il totem alternativo) alla discesa in campo, forse si sarebbe potuta rinviare la campagna dai cieli.
Da Albenga a Fano, coast to coast
Ma i 9 Piper della brianzola Aertraining si sono ugualmente alzati in volo, come da accordi con la Santanchè e Mario Mantovani, vicegovernatore della Lombardia per il Pdl. E a Ferragosto hanno battuto oltre 2500 chilometri di costa, da Albenga e Fano, con orario di massima intensità nel primo pomeriggio, quando sotto gli ombrelloni è tradizionalmente ressa.
Niente Puglia, Calabria e isole. “In pochi giorni abbiamo organizzato quello che era possibile” spiegavano dalla Aertraining, parlando di un costo “inferiore ai 50mila euro”. L’Italia degli stabilimenti ha guardato, sorriso e sbadigliato . Non sono mancati cori ostili (soprattutto in Toscana e in Liguria).
Qualcuno ha anche replicato con controiniziative. Enrico Rossi (Pd), governatore della Toscana, ha distribuito a Viareggio volantini che riportavano l’articolo 3 della Costituzione, quello secondo cui “tutti i cittadini sono eguali di fronte alla legge”. Il circolo Pd di Filadelfia (Vibo Valentia) ha invece risposto con moneta simile. Ovvero, con un aereo che alle coste calabresi ha mostrato il seguente messaggio: “Grazia un cazzo”. Tre parole che sul web sono già un virus, da giorni .
Ma l’obiettivo principale non potevano essere che loro, gli aerei pro Silvio. Prima del volo ferragostano, tal Daniele Dal Bon (“curatore dell’evento”) aveva paventato niente meno che “assalti” ai Piper “in fase di decollo”. Ma nessuno ha attaccato gli aerei che spargevano il verbo di B. Piuttosto, Twitter si è gonfiato di consigli per la contraerea (metaforica, si capisce). Non male il suggerimento di Fabio Nardelli: “Oggi passano gli aerei di Silvio sulle spiagge, scrivete Borsellino o Guardia di Finanza sulla sabbia. Cambiano rotta”.
“Mia zia era con la doppietta in terrazza”
Più cattivella Mangino Brioches: “Mia zia è da due giorni in vedetta in terrazza con la doppietta del nonno”. Discolacci i tanti che hanno invocato il collaudo ferragosto degli F-35. Da cartellino rosso l’immagine con l’aereo a terra e la scritta: “Meno uno”. Gettonata la variante romantica: “Alfano ha scritto t’amo sulla sabbia per Silvio”. Stefano Della Vedova la butta sulle grandi intese: “Ma sugli aerei di Silvio c’era per caso Boccia a sventolare il messaggio?”. E c’è chi ricorda Cetto La Qualunque con il suo velivolo elettorale, nel film di Antonio Albanese. Sarcasmo, come quello sparso a piene mani con fotomontaggi (“In galera” a caratteri cubitali sull’arenile).
Chissà che ne pensa Daniela Santanchè. Giovedì scorso la parlamentare era a prendere il sole al Twiga, “beach club” a Marina di Pietrasanta (Lucca), di cui è co-proprietaria. Appena l’aereo con striscione ha solcato il cielo, attorno alle 16, la “pitonessa” si è alzata in piedi e ha cominciato a riprendere il volo con il suo i-Pad. Nel frattempo sulla spiaggia infuriava la battaglia dei gavettoni, tipica del Ferragosto. Pare che lo stendardo per Berlusconi non abbia fermato la sfida. Ed è già una sentenza pesante, sull’esito dell’offensiva aerea. Frizzante come certe repliche in tv: molto grigie. Soprattutto, fuori tempo.
il Fatto Quotidiano, 17 agosto 2013