Conferenza stampa a Milano con Mahmoud el Abiary, uno dei massimi delegati della Fratellanza. L’evento, organizzato dal Comitato Libertà e Democrazia per l’Egitto, ha rappresentato l’occasione per fare il punto sulla guerra civile che infiamma il Paese. L’esponente islamico chiede che la comunità internazionale chiami “le cose con il loro nome”, riconoscendo quindi ”il 3 luglio come il giorno nel quale è avvenuto un colpo di Stato” che ha portato il Paese in “un tunnel”. Rispetto alle richieste internazionali di avviare il prima possibile un processo di pace, El Abiary avanza due richieste come precondizione: che siano definiti “crimini contro l’umanità” gli “attacchi subiti dai civili in Egitto” e che “prosegua il percorso di autodeterminazione” del suo paese. “E’ questo il punto di partenza per la riconciliazione”, ha concluso  di Fabio Abati

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Egitto, giornalisti nel mirino dei militari e della Fratellanza musulmana

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