Il 10 agosto il decesso per un malore di un 31enne marocchino ha scatenato la violenza nel centro di identificazione e espulsione di Isola Capo Rizzuto. Dopo l'intervento delle forze dell'ordine, tutti gli immigrati che vi risiedevano sono stati trasferiti in altre strutture
Il Cie di Isola Capo Rizzuto è stato chiuso e svuotato di tutti i suoi trattenuti dopo che, in seguito alla morte di un immigrato marocchino, era stato devastato da una rivolta di immigrati che erano ospiti nella struttura.
Il decesso del 31 enne marocchino è avvenuto, per causa di un malore, il 10 agosto e ha scatenato la violenza degli altri immigrati. Nel centro di identificazione e di espulsione sono stati completamente distrutti gli arredamenti, il sistema di videosorveglianza e, nelle pareti dei muri, sono stati praticati dei grossi fori. Dopo che la rivolta è stata sedata dalle forze dell’ordine la Prefettura di Crotone ha deciso di chiudere la struttura perché non più agibile. I 51 immigrati che vi risiedevano sono stati trasferiti in altri centri nel territorio italiano. Per accertare le cause della morte dell’immigrato marocchino è stata eseguita anche l’autopsia. Dai primi accertamenti sembrerebbe che il giovane soffrisse di una cardiopatia.
“E’ morto per cause naturali“, ha spiegato Leonardo Sacco, vicepresidente nazionale delle Misericordie d’Italia, ente gestore del Centro. Che ha anche sottolineato come “la protesta scoppiata nel centro era legata ai tempi di permanenza“.