E’ ormai tutto pronto a Viggiano (Potenza) per il gran finale della festa della Madonna. Nel piccolo comune lucano, il prossimo 2 settembre, arriveranno nientemeno che i Pooh. Ma con l’attesa per il concerto della storica band, monta anche la protesta per un evento considerato di dimensioni troppo grandi per un paesino di appena 3mila abitanti. Soprattutto perché ad accollarsi buona parte del cachet di Dodi Battaglia, Roby Facchinetti, Red Canzian, Danilo Ballo e Phil Mer – nonché quello della Ensemble Symphony Orchestra, che li accompagnerà – sarà il Comune di Viggiano. Forte delle royalties versate dall’Eni per l’estrazione del petrolio nel territorio. Per il pubblico, che arriverà nel piccolo centro lucano da ogni parte della regione (e non solo), lo spettacolo musicale sarà dunque totalmente gratuito. “Uno spreco al quale il Comune di Viggiano ci ha abituati da anni, con la presenza, in occasione della festa della Madonna di Viggiano, dei più noti e più pagati big della musica”, denuncia il presidente del Csail, Comitato sviluppo aree interne lucane Filippo Massaro. Polemiche sterili per il sindaco di Viggiano, Giuseppe Alberti. “Inutile sollevare polveroni su questioni così banali. Daremo un contributo al Santuario della Madonna, cioè il vero organizzatore della festa – precisa il sindaco di Viggiano, contattato da ilfattoquotidiano.it – A quanto ammonta? Che importanza ha: se ve lo dico, non risolviamo certo i problemi dell’Italia”.
La questione però non appare così banale. Perché va bene che Viggiano si è autoconferita il titolo di città della musica (ma anche dell’arpa, del vino e di Maria), ma con i trasferimenti statali agli enti locali che vengono ridotti sempre più, appare lecito chiedersi da dove l’amministrazione comunale viggianese prenda tutti quei soldi per finanziare gran parte del concerto, che verrà a costare complessivamente non meno di 150mila euro. Dalle royalties, ovviamente. La percentuale, cioè, che le compagnie petrolifere devono corrispondere ai territori (Comuni, Regione e Stato) che prestano il loro sottosuolo alle trivellazioni. E che ora il M5S sta pensando di abolire con una proposta di legge ad hoc.
E il cuore del più ricco giacimento petrolifero onshore d’Europa (la Basilicata) è proprio qui: nella Val d’Agri. In particolare a Viggiano, dove si trovano un ventina di pozzi (dei circa 50 di tutta la zona) ed è situato il Centro Oli Val d’Agri dell’Eni, da cui, come informa la stessa compagnia del cane a sei zampe, “deriva prevalentemente la produzione complessiva di idrocarburi in Basilicata”. Già perché quella di Viggiano non è l’unica centrale che l’Eni possiede nel Texas italiano: a 50 chilometri da qui c’è infatti la centrale di Pisticci. E Al massimo tra un paio di anni anche la Total avrà un centro oli tutto suo a Corleto Perticara (siamo sempre in provincia di Potenza), dove sono già attivi 6 pozzi. Con i 90mila barili di oro nero che vengono pompati ogni giorno (solo nella Val d’Agri), in Basilicata arrivano annualmente, sotto forma di royalties, dai 250 ai 300 milioni di euro. Soldi che vengono poi in parte divisi tra i Comuni della Val d’Agri.
La fetta più grossa ovviamente spetta al Comune di Viggiano, sul cui territorio la presenza dell’Eni ha inevitabilmente causato un forte impatto ambientale. Per l’attività estrattiva del 2012, al 31 luglio scorso il piccolo comune ha incassato la bellezza di 20 milioni di euro. Un patrimonio – poca roba in verità rispetto agli introiti ottenuti dall’Eni – grazie al quale i viggianesi potrebbero vivere di rendita. E invece la disoccupazione interessa anche loro, per non parlare degli altri paesini della valle, che di certo non percepiscono somme così elevate. Anzi in alcuni casi, fa notare un gruppo di sindaci della Val d’Agri che lamenta una non equa spartizione dei proventi del greggio estratto dal territorio, “non si riesce più a garantire ai residenti i servizi minimi”. Come vengono spesi quindi tutti quei soldi? A Viggiano “innanzitutto in progetti per l’occupazione e di sostegno alle imprese locali”, risponde il sindaco. Anche se fino ad oggi non hanno ottenuto grossi successi. Fuori discussione però l’ipotesi di un reddito di cittadinanza: “Ma no! E che dividiamo i soldi tra i cittadini? Non credo questo significhi amministrare bene – prosegue il primo cittadino viggianese – Li investiamo poi in opere pubbliche, che comprendono una piscina coperta, un palazzetto dello sport, il campo da calcio. E infine in interventi per la promozione del turismo”. Ma chi va a visitare il paese del petrolio, se non (a chi piace il genere) per il concerto dei Pooh? “Sono spese del tutto inutili. Bisogna mettere fine a questo spreco – attacca il presidente dello Csail – E’ ora che la Corte dei Conti metta il naso nella contabilità di questo Comune”.