L'atteso verbale dell'ultima riunione del braccio operativo della Federal Reserve non dà le sperate certezze: è frattura tra i banchieri americani con una parte meno fiduciosa di giugno sul ritorno della crescita, mentre altri chiedono l'avvio quanto prima della chiusura dei rubinetti del programma di aiuto monetario
La Banca centrale americana è divisa sulla riduzione degli aiuti all’economia. Nell’ultima riunione del comitato della Federal Reserve che si è svolta il 30 e il 31 luglio, infatti, alcuni membri si sono “meno fiduciosi rispetto a giugno sulla ripresa a breve termine della crescita economica” e hanno indicato la necessità di avere pazienza, mentre altri hanno messo in evidenza la necessità di ridurre il programma di stimolo monetario che attualmente viaggia al ritmo di acquisti di bond per 85 miliardi di dollari al mese. “Presto potrebbe giungere il momento di rallentare leggermente il livello degli acquisti”, hanno detto i secondi come quanto emerge dalle attese minute dell’incontro diffuse dalla stessa Fed.
Il comitato si è complessivamente detto convinto che la crescita del Pil americano registrerà una crescita nella seconda metà del 2013 per rafforzarsi ulteriormente nel 2014. E le condizioni complessive del mercato del lavoro Usa, parametro determinante per le decisioni della Fed, restano deboli anche se i dati di giugno sulla disoccupazione mostrano che il mercato continua a migliorare. Insomma, i dati congiunturali ricevuti fra la riunione di giugno e quella di luglio – afferma la Federal Reserve – sono contrastanti.
E così “un numero di partecipanti” del Federal Open Market Committee (il braccio esecutivo Fed) “indica di essere un pò meno fiducioso rispetto a giugno” su un’accelerazione della crescita economica. Mentre un membro del Fomc, Esther L. George, che rappresenta il distretto della Fed di Kansas City, ha votato contro il documento finale, chiedendo un “segnale più esplicito sulla riduzione degli acquisti di titoli nel breve termine, esprimendo preoccupazione su questo approccio illimitato”. Sul fronte opposto, spiega sempre il verbale, “alcuni membri hanno sottolineato l’importanza di avere pazienza e di valutare ulteriori informazioni sull’economia prima di decidere qualsiasi modifica nel ritmo degli acquisti”.
Dalle minute dell’incontro emerge anche una divisione fra i membri del Fomc su come indicare al mercato l’intenzione della Banca centrale di ridurre il livello mensile di acquisti. Alcuni esponenti dei distretti della Fed si sono infatti detti preoccupati su una informazione anticipata di simili tagli dal momento che “potrebbe scatenare una stretta non voluta delle condizioni finanziarie”. I membri del comitato peraltro hanno espresso preoccupazione per l’andamento dell’inflazione: dai verbali emerge come “una inflazione costantemente al di sotto della soglia del 2 per cento fissata dal Comitato potrebbe porre rischi alla performance dell’economia” Usa.
L’attesa del verbale nell’incertezza sui termini della prevista riduzione degli aiuti che qualcuno si aspettava già per settembre, mentre la linea attendista propende per fine anno-inizio 2014, aveva tenuto le Borse europee e americane col fiato sospeso negli ultimi giorni. Vista l’ora della pubblicazione, avvenuta a mercati chiusi nel vecchio contiennte, la prima reazione si è registrata a Wall Street, che ha inizialmente ampliato le perdite per poi riprendere quota e azzerare il ribasso.
La divisione potrebbe essere superata nelle prossime. I fari sono puntati sul 6 settembre, quando è atteso il dato sul mercato del lavoro. Intanto la Banca centrale ha fissato al 6,5% la soglia del tasso di disoccupazione per un aumento dei tassi di interesse, ma nell’ultima riunione si è aperto il dibattito sulla possibilità di abbassarla, una mossa che consentirebbe alla Fed di allentare i timori del mercato sul fatto che una stretta dell’allentamento monetario possa essere seguita a breve da un aumento dei tassi di interesse.