Un ipotetico governo a 5 stelle che sappia sfruttare l’occasione e far uscire il Paese dallo stallo. Nel gioco delle congetture estive di una crisi di governo tutt’altro che scontata, gli eletti del Movimento di Beppe Grillo offrono la loro alternativa. Nessuna dissidenza interna o strategia di alleanza, sul tavolo mettono promesse di concretezza. Nei nomi, soprattutto e nei programmi.
La deputata del Partito democratico Alessandra Moretti annuncia che trenta senatori grillini sono pronti a sostenere Enrico Letta, e loro rispondono con una risata, ma mettono sul piatto un’offerta: “A settembre, se sarà necessario presenteremo la nostra proposta”, dicono i senatori che fanno riferimento a Grillo, “siamo pronti a governare con ministri preparati e scelti della società civile. La palla al Partito democratico e a chi vuole votarlo. Non c’è nessun no a priori, anche perché non sappiamo quale situazione si prospetterà”.
Il primo a gettare il sasso era stato il senatore Roberto Cotti che, parlando al fattoquotidiano.it, aveva presentato un’idea di governo della società civile appoggiato all’esterno da altre forze. Poi l’inizio delle vacanze, e la discussione è rimasta aperta. Così Nicola Morra, capogruppo al Senato: “Siamo pronti ad andare al voto anche con il Porcellum, ma non siamo il scendiletto del Pd”, ha detto. Mentre Vito Crimi e Luigi Di Maio chiedono che il Presidente Napolitano affidi direttamente al Movimento 5 Stelle un incarico esplorativo. Anche se il clima, ribadiscono, è tutt’altro che di crisi: “Non fatevi ingannare”, commenta la deputata Giulia Sarti, “né Pdl né Pd sembrano aver davvero intenzione di lasciare il governo. Sono solo chiacchiere. Noi continuiamo a lavorare e di sicuro, se ci sarà bisogno, non saremo impreparati”.
Lontani da Roma, chi in vacanza, chi alla riconquista dei meet up sui territori, i deputati e i senatori sanno che presto la palla può toccare a loro. Nel programma che vogliono presentare ci sono cinque punti da realizzare al più presto, ispirati ai venti del loro programma. In testa naturalmente la riforma della legge elettorale, condizione fondamentale per permettere di far respirare il Paese. A seguire il conflitto di interessi, il reddito di cittadinanza, l’aiuto alla piccola media impresa e la riduzione dei costi della politica. Deputati e senatori del Movimento non hanno dubbi, davanti alle congetture di un agosto tutt’altro che di riposo, dicono di avere una soluzione. E questa non parla di Partito democratico. “Alleati mai”, commenta il senatore Mario Giarrusso al fattoquotidiano.it, “come potremmo stare al governo con chi ci ha portati a queste condizioni?”, al massimo dialogo e richiesta di sostegno per un governo “impeccabile” della società civile scelto da loro.
“L’intervista di Alessandra Moretti l’abbiamo letta tutti”, dice il senatore Giarrusso, “ci sentiamo sempre sulla chat del telefono. Abbiamo una lista nostra per restare sempre in contatto. E ci siamo messi a ridere. Follia, uno scenario assurdo. Stiamo discutendo e cercando di capire come muoverci. Ma noi siamo pronti a governare, abbiamo una proposta ed è il Pd che deve prenderla in esame. Non il contrario”.
Se parlare di trenta persone con la valigia in mano pronte a sostenere un nuovo esecutivo è esagerato, restano i messaggi e le discussioni per i possibili scenari del futuro. “Sarebbe assurdo non sfruttare l’opportunità”, commenta Francesco Campanella, senatore in passato tra i più critici della linea ufficiale dei 5 Stelle. “Non ci sono trenta persone pronte ad andarsene, ma un gruppo di 156 eletti che dialogano per trovare una strada per sbloccare il contesto politico. A settembre, al ritorno in Parlamento, vedremo. Il Pd e il Pdl hanno dimostrato tutte le loro criticità e gli aspetti negativi. Noi siamo pronti, e non c’è da stupirsi se abbiamo discussioni interne, è normale. Sappiamo la posta in gioco e non vogliamo sbagliare”.
Si esclude l’alleanza con il Partito democratico o con altri partiti politici, ma il gruppo dei trenta evocato da Alessandra Moretti è composto da senatori e deputati che si dicono pronti ad ascoltare. “Anche noi parliamo di responsabilità”, dice al fattoquotidiano.it il senatore Luis Alberto Orellana, “e sappiamo che non possiamo chiedere con leggerezza al Paese di tornare alle urne. Così stiamo cercando di trovare soluzioni. Io penso che dovremmo ascoltare le proposte degli altri e valutare in assemblea. Non dobbiamo avere pregiudizi sulle posizioni degli altri. Così come dall’altra parte, perché non dovrebbero ascoltarci? Il governo Monti non gli piaceva eppure l’hanno sostenuto. Noi avremmo una proposta concreta per cambiamenti immediati”. La legge elettorale la stanno studiando in questi giorni, cercano soluzioni e punti di incontro per potersi far trovare pronti a settembre quando sarà la volta di fare la loro proposta.
Il leader Beppe Grillo chiede di mantenere la calma e non lasciarsi andare in proposte azzardate di alleanze o alternative, perché il Partito democratico e il Popolo della libertà “ormai ci pensano da soli a rovinarsi”. Ma le preoccupazioni restano: “Il Parlamento è quello che ci ritroviamo“, conclude Orellana, “e con quello dobbiamo fare i conti. Noi pensiamo alla concretezza”. Tanti dubbi, qualche scontro interno su posizioni divergenti, ma alcuni principi restano saldi: ogni decisione passa dall’assemblea congiunta di deputati e senatori e per fare nomi di eventuali ministri bisognerà prima consultare la rete. E se gli occhi sono puntati sul Senato, anche alla Camera le idee restano le stesse. “Noi vogliamo il cambiamento”, commenta il deputato della Calabria Sebastiano Barbanti, “e non possiamo certo sostenere un governo con ministri che vengono da questo pantano. Figuriamoci un Letta bis. Siamo pronti a fare il governo, poi lo voti chi vuole , noi non abbiamo problemi”. Sono pronti e chiedono di essere messi alla prova: “Non siamo dei bambini”, chiude Patrizia Terzoni, “abbiamo dimostrato che siamo all’altezza. Guardate Luigi Di Maio, Roberto Fico o Nicola Morra, solo per fare alcuni nomi. Hanno lavorato e lavorano molto bene. Se cade il governo, tocca a noi”.