Il deputato del Partito Democratico insiste sull'ipotesi di un esecutivo alternativo alle larghe intese, in caso di crisi scatenata da Berlusconi. E' sicura che alcuni parlamentari del movimento siano pronti a passare al Gruppo misto. E anche i ministri Pdl Lupi, Quagliarello e De Girolamo "potrebbero restare"
Alessandra Moretti, deputata Pd e già portavoce di Pierluigi Bersani nel corso dell’ultima campagna elettorale, ci crede: un nuovo governo Letta, senza le larghe intese e l’ ‘abbraccio’ con il condannato Silvio Berlusconi, è possibile. La discussione sulla decadenza di quest’ultimo da senatore sta mettendo a dura prova la tenuta della maggioranza, viste le voci, sempre più insistenti, di un Cavaliere pronto a far saltare il banco e andare subito alle urne in caso di pronunciamento a lui sfavorevole. Il premier Letta continua a professare ottimismo, dicendo di fidarsi della responsabilità di entrambi i partiti che sostengono il suo governo. Ma se crisi dovesse essere, il ritorno al voto potrebbe non essere l’unica soluzione. La deputata del Pd, infatti, è convinta che il suo partito sarebbe in grado di dar vita ad un nuovo esecutivo. Contando su alcune colombe del Pdl, pronte a ‘sfilarsi’ dalle “irresponsabili” decisioni del loro leader. Ma anche su un gruppo più o meno nutrito di parlamentari del Movimento 5 stelle.
Nei giorni scorsi Moretti aveva già avanzato l’ipotesi di un ‘Letta bis’. Oggi, dalle pagine di Repubblica, torna a insistere sullo stesso scenario, in maniera ancor più decisa. “Se il Pdl dovesse far cadere il governo – dice – a quel punto non escludo affatto che Napolitano gli riaffidi l’incarico, per verificare in Parlamento se ci sono i numeri per realizzare un programma fatto di pochissimi punti, come una nuova legge elettorale che garantisca stabilità al Paese e un’altra legge di stabilità in vista del semestre italiano di presidenza della Ue”. L’ipotesi è credibile, considerato che più volte il presidente della Repubblica ha ribadito l’importanza di riformare il porcellum, definendo anche un “azzardo” un eventuale, immediato ritorno al voto.
La questione vera, però, è capire se e come il Pd sia in grado di reperire questi numeri, soprattutto al Senato dove non gode della maggioranza che ha invece alla Camera. Difficilmente Grillo darà il suo ‘imprimatur’ ad un governo del M5s insieme al Pd. “Ma un conto è Grillo, un conto i parlamentari del Movimento. Ce ne sono diversi in sofferenza e che sarebbero pronti ad andare nel gruppo Misto. Al Senato almeno una trentina su circa 50″, aggiunge Moretti.
Certo, solo ieri il capogruppo 5 stelle al Senato, Nicola Morra, era intervenuto per stoppare qualsiasi speculazione, affermando che il Parlamento in carica “è illegittimo” e la cosa migliore è tornare subito al voto, “anche col Porcellum”, chiudendo dunque la porta a qualsiasi intesa governativa. Ma anche se i grillini dovessero confermare la loro linea di intransigenza, il Pd avrebbe un’altra sponda su cui puntellare un ‘Letta bis’. “Immagino che davanti a un programma stringato e preciso nel Pdl si apra una spaccatura profonda. Non riterrei così scontato il prevalere della fedeltà assoluta al Capo”, afferma Moretti. Che in questo caso fa anche i nomi: “Il Pdl ha cinque ministri, in caso di crisi tre potrebbero restare: Lupi, Quagliarello e De Girolamo. Forse anche Lorenzin“. Anche su questo fronte, però, è arrivata subito una secca smentita da parte di uno dei diretti interessati: “Cara Moretti, grazie per l’attenzione ma non sono mai stata una cacciatrice di poltrone. Seguirei mio leader nella buona e cattiva sorte”, ha risposto su Twitter Nunzia De Girolamo.