Aveva 64 anni ed è stato uno dei fondatori di Studio Azzurro, “bottega d’arte contemporanea”, che fra i primi in Italia ha progettato e realizzato opere, fra l’altro, nel campo di videoarte e videoinstallazioni, di interattività e multimedia. Di certo è stato uno fra importanti e innovatori artisti nel nostro paese, riconosciuto a livello internazionale.
Dal 1982, insieme a Fabio Cirifino e Leonardo Sangiorgi e con moltissimi collaboratori che si sono succeduti negli anni in un “laboratorio” abbastanza unico nel panorama italiano, ha ideato e partecipato a mostre – da Kassel alla Biennale di Venezia, e all’ultima stava lavorando, a Fare gli Italiani. 150 anni di storia italiana in occasione delle celebrazioni dell’Unità d’Italia nel 2011 –, festival e manifestazioni, ma anche intervenuto in ambito pubblico per musei e gallerie.
Rosa ha sempre accompagnato l’impegno professionale con quello civile e politico, come intellettuale, artista e progettista attivo nella società. Ha insegnato molti anni all’Accademia di Brera a Milano e di recente all’Università Iuav; ha scritto libri, fra cui l’ultimo cui teneva molto, L’arte fuori di sé. Un manifesto per l’età post-tecnologica.
Altri diranno meglio del suo lavoro; io ne ricordo intelligenza, impegno e disponibilità umana.