Sì ai docenti, no al personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Se la sospirata informativa di ieri con le organizzazioni sindacali sembra aver dato un’accelerata decisiva alle immissione in ruolo degli 11.268 nuovi insegnanti per l’anno scolastico 2013/2014, per il personale Ata tutto è in alto mare. Ancora nulla da fare per le 3500 assunzioni che pure erano state annunciate dal Ministero. E la situazione rischia di esplodere nei prossimi mesi, se non si troverà una soluzione.
La responsabilità dell’impasse, però, non spetta al Ministero dell’Istruzione: contrariamente a quanto accaduto per i docenti, la richiesta per il personale Ata non è stata autorizzata dal Ministero dell’Economia. A bloccare tutto sono le norme introdotte dal Decreto Legge 95/12, la famosa ‘spending review‘ varata nel luglio del 2012 dal governo Monti. “Un provvedimento avventato e cialtronesco”, lo definisce la Flc-Cgil. ‘Sforbiciando’ qua e là le spese del personale pubblico, con il comma 13 dell’articolo 14 il governo dei tecnici ha pensato bene di far “transitare nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico” tutto il “personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute”. Si tratta di quei docenti che per motivi di salute, appunto, non sono in grado di insegnare in classe, e vengono impiegati prevalentemente nelle biblioteche scolastiche, o in mansioni analoghe.
In Italia sono circa 3mila. A questi si aggiungono i 460 titolari della classe di concorso C555 (Esercitazioni di pratica professionale) e i 28 della classe C999 (Assistenti di cattedra). 3500 docenti, in totale, tutti declassati per legge. “Una misura assurda – commenta il sindacato -, degradante dal punto di vista umano e professionale, visto che si negano la dignità e le competenze di questi insegnanti. E anche lesivo dei diritti alla salute di queste persone”.
Ma non è solo una questione morale. Il provvedimento del governo Monti ha al contempo colpito gli inidonei e sconvolto il mondo del personale Ata, “ancora una volta ingiustamente discriminato”, denuncia la Cgil. Il transito dei 3mila e passa docenti ‘degradati’ farebbe lievitare (e non di poco) il computo dei dipendenti in organico. E costituisce per il Mef “un ostacolo insormontabile” all’assunzione dei 3500 tecnici e ausiliari che il Ministero aveva annunciato.
L’abolizione della normativa, chiesta dai sindacati, si è fin qui arenata in Parlamento. Se ne riparlerà in autunno, alla ripresa dei lavori, quando i provvedimenti riguardanti il mondo della scuola dovrebbero essere scorporati dal Decreto D’Alia sulla pubblica amministrazione e fare percorso a sé. In quella sede una soluzione andrà trovata. I sindacati lavorano per questo insieme al Ministero: “Pure loro sono consapevoli di tutte le problematiche a livello pratico e amministrativo che la mancata immissione in ruolo comporterebbe nelle scuole”. Una nuova riunione sul tema potrebbe tenersi la settimana prossima.
Anche perché, poi, dal primo gennaio 2014 il transito diventerebbe effettivo, e a quel punto si porrebbe anche il problema della copertura finanziaria del personale per l’anno prossimo: per far fronte all’immissione dei 3mila inidonei il Miur sarebbe costretto ad andare a stornare le risorse a qualche altra voce di un budget già ridotto all’osso. “Ma quella è una questione a lungo termine – aggiunge la Flc-Cgil. Adesso bisogna garantire i 3500 nuovi posti Ata”. Sarebbe meglio farlo subito, per l’inizio della scuola, in modo da evitare il ricorso a supplenze. Ma, visti i tempi sempre più stretti, “andrebbe bene anche fare le nomine con decorrenza a ottobre”. L’importante è riuscirci: “Questi precari vanno stabilizzati. Sarebbe inaccettabile che le assunzioni saltassero per il secondo anno consecutivo”, conclude il sindacato.
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