‘Dov’è la linea rossa di Obama?’ hanno scritto su dei cartelloni i siriani scesi a manifestare ieri, nonostante il dolore, la solitudine e la consapevolezza di non essere ascoltati. Sono morte oltre 1000 persone, asfissiate dal gas nervino di Assad, ma per quanto vi ricorderete di loro? Per quanto le immagini dei bambini che hanno le convulsioni prima di morire e gli occhi rivolti al cielo vi indigneranno? Un giorno? Due? Poi, dimenticherete. Scorderete tutto, come gli altri 100mila morti.
Ci sarà chi umilierà, ancora, questi morti, dichiarando che “non sono mai deceduti” e che è “tutta una montatura, come quella delle armi chimiche di Saddam”, solo che questa volta ci sono migliaia di comparse, video e foto.
Non fare nulla. Chiedere, ancora, una soluzione politica di fronte a quello che è avvenuto, di fronte a una dittatura che – come le altre – nega l’evidenza, è anche questo un crimine. La comunità internazionale non è già stata in silenzio fin troppe volte nella storia? Non ha già lasciato liberi molti dittatori di gassare i propri popoli? E da queste esperienze non ha imparato, l’Europa in particolar modo, che a voltare lo sguardo si diventa complici?
I siriani non vi chiedono più di indignarvi: hanno capito che non ci riuscite.