Franco Maccari, segretario generale del sindacato che manifestò solidarietà agli agenti condannati per la morte dei Federico, sostiene che le iniziative del coordinamento siano state presentate in maniera “falsa”, e riferite ad avvenimenti “mai esistiti” parlando di "campagna denigratoria". Il padre del giovane ucciso: "Difendono l'indifendibile"
C’è una “campagna denigratoria”, una “strumentalizzazione feroce” dietro le querele che il Coisp, il coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di polizia, ha presentato contro 72 persone, tra cui il capogruppo comunale del Pd di Bologna Francesco Critelli e infine, recentemente, contro il consigliere democratico Benedetto Zacchiroli. Rei, entrambi, di aver “offeso” il sindacato in aula di consiglio nel giorno in cui Palazzo D’Accursio consegnava a Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi, la cittadinanza onoraria. A dichiararlo è Franco Maccari, segretario generale del Coisp, che a ilfattoquotidiano.it ha sottolineato come le iniziative del coordinamento siano state presentate in maniera “falsa”, e riferite ad avvenimenti “mai esistiti”.
Come la manifestazione del 27 marzo scorso, organizzata sotto al palazzo comunale di Ferrara, dove la Moretti lavora, per “lamentare la mancata applicazione della legge ‘svuota carceri’ ai poliziotti, condannati ‘per colpa’, a seguito del decesso del giovane, avvenuto dopo il loro intervento”. “Quel sit in non era sotto alle finestre dell’ufficio della Moretti”, dichiara il Coisp, si tratta di “una colossale bugia, smentita in seguito in una conferenza stampa tenuta dal questore e dal sindaco di Ferrara”. E “non è vero – continua Maccari – che abbiamo sporto querela per diffamazione nei confronti del consigliere Zacchiroli per la troppa solidarietà manifestata a Patrizia Moretti, come lui ha affermato, o perché è stato lui a proporre la cittadinanza onoraria per la signora. Dovrebbe rileggere ciò che ha detto quel giorno, perché ciascuno è responsabile delle proprie parole. Lui, in particolare, è riuscito a far passare un messaggio falso e l’unico elemento al quale abbiamo fatto riferimento sono le sue frasi”.
Ed è critico anche sulla battaglia che istituzioni, cittadini e famigliari di Federico portano avanti da anni, quella “alla ricerca della verità e della giustizia”. “Abbiano volutamente e dignitosamente sorvolato, fin qui, su tutte le ingiustificate cattiverie, sull’astio, sul veleno sparso a profusione da Patrizia Moretti sul Coisp e sulle forze dell’ordine, ma ciò non significa che lei possa continuare a sparare a zero senza controllo, basandosi su argomentazioni fasulle. Noi non abbiamo nulla contro la signora, e personalmente le ho anche chiesto scusa – continua Maccari – ha tutte le ragioni per essere arrabbiata, però ora basta. Noi non l’abbiamo querelata per ciò che ha detto ma ora deve fermarsi”. E lo stesso debbono fare “tutti quelli che le stanno attorno”, “che in questa storia drammatica hanno intravisto un’ottima campagna più che altro politica in cui gettarsi come avvoltoi”, motivati, secondo il Coisp, “da una solidarietà fine a se stessa”.
“Sarebbe ora di smetterla di trincerarsi dietro al dolore del lutto per infierire sugli altri senza argomentazioni valide – conclude Maccari – il nuovo giro di valzer di titoli contro di noi sui mass media, immancabile specialmente a metà agosto, quando le altre notizie tendono a scarseggiare, smaschera quanto certe campagne siano messe in atto come se venisse diligentemente eseguita una commessa al bar. La prova provata sta nel fatto che proprio noi abbiamo dato notizia puntuale delle numerose querele sporte a seguito della vergognosa campagna denigratoria attuata contro il Coisp, senza che la cosa interessasse al alcuno. Lo abbiamo fatto nel mese di giugno e, in particolare, della querela contro il signor Zacchiroli abbiamo parlato nel comunicato stampa del 14 giugno che, ovviamente, è stato del tutto trascurato. Abbiamo chiesto che qualcuno ci tuteli, e in Italia questo compito spetta alla magistratura”.
“Io non so cosa animi tali impulsi così astiosi per continuare a difendere l’indifendibile infierendo sulla salute delle persone – risponde alle accuse mosse dal Coisp Lino Aldrovandi, papà di Federico – In un certo senso questo protrarsi lo vedo come un buttar fumo negli occhi. Le istituzioni sane e le persone normali lo hanno capito standoci sempre accanto. I tre gradi di giudizio hanno dato ragione infatti, con argomentazione valide, alle istituzioni sane e ai cittadini normali. E’ un dolore purtroppo che non ha fine. Mi hanno ucciso un figlio, l’unica vera vittima di questa disgustosa e violenta storia, e continuano a farlo bastonandoci e soffocandoci con il dolore”. E ripensa, Lino, a quell’incontro con l’ex capo della polizia Antonio Manganelli, che chiese scusa a Federico “e che purtroppo anche lui maledettamente ci ha lasciato”. “Il ‘colore’ non c’entra sig. Maccari – scrive ancora il papà di Aldro – ed il figlio non era il suo”.
Patrizia Moretti ha preferito non commentare le dichiarazioni del Coisp, “perché non intende più entrare in contrasto con queste persone”. Del resto, spiega il suo avvocato, Fabio Anselmo, a ilfattoquotidiano.it, “il suo pensiero è già noto a tutti, così come sono noti i fatti”. Invece, la mamma di Aldro ha dato mandato al legale rappresentante “di valutare le parole di Maccari, per capire se ci sono gli estremi per sporgere una nuova querela”. La seconda, dopo quella presentata il 28 marzo scorso in risposta alle affermazioni di Maccari, “arrivato a sostenere – diceva Patrizia in quell’occasione – che la foto del viso martoriato di mio figlio sarebbe addirittura un fotomontaggio”. Ma non solo, l’avvocato sta anche valutando la possibilità di sporgere, contro il segretario generale del Coisp, una denuncia per stalking. Perché questi periodici “attacchi” svincolati da qualsiasi ragione, “attacchi personali”, spiega Anselmo, sono diretti a “negarle la possibilità di vivere una vita tranquilla, per quanto possibile dopo la tragedia immane che le è capitata”.