A settembre dovrebbero iniziare i lavori di scavo per il terzo valico, una nuova connessione ferroviaria dal porto di Genova al basso Piemonte. Studiato all’inizio degli anni ‘90 il terzo valico avrebbe dovuto essere la prima parte della tratta Genova-Rotterdam, al momento passata in secondo piano nei progetti europei, e avrebbe dovuto far fronte all’aumento delle merci che sarebbero circolate al porto di Genova. “Al momento, secondo i dati dell’autorità portuale, siamo a meno della metà delle merci rispetto alle previsioni fatte 20 anni fa” spiega Davide Bailo, attivista NoTav terzo valico. La nuova linea, composta da diverse gallerie e da nuovi binari, avrà un costo di 6.2 miliardi di euro, poco meno di quanto il governo ha previsto di spendere per la Torino-Lione, i cui costi sono superiori, ma vengono suddivisi con Francia e UE. “La spesa per il terzo valico sarà nettamente superiore a quanto preventivato” a parlare è Francesco De Milato, ingegnere e convinto NoTav “infatti quest’area c’è una grossa presenza di amianto, anche il 25% in alcuni campioni, ma i progettisti hanno fatto finta di nulla. Iniziando a lavorare dovranno rivedere le tecniche di scavo, facendo così lievitare i costi”. Intanto anche i comitati locali sono sul piede di guerra. A Pozzolo Formigaro verranno scavate 3 cave “si prenderanno la ghiaia per costruire le gallerie” racconta Agostino Pronesti “e ci porteranno in cambio lo smarino (il materiale prodotto dallo scavo) che conterrà amianto. Lo vogliono sotterrare qui vicino alle case, così non solo lo respireremo durante il trasporto, ma lo avremo anche sotto i piedi. Siamo a pochi chilometri da Casale Monferrato per non conoscere i danni che provoca questo minerale” di Cosimo Caridi

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