La proposta del ministro della Difesa ("è l'unica alternativa reale) bocciata dal suo partito Scelta Civica. Il Pdl, con Bondi Cicchitto e Carfagna, applaude ma non molla la presa sulla legge Severino. Il M5S: "Basta con le pantomime". E anche Sel dice no: "Selezioni dei reati, non quelli dei colletti bianchi"
“E’ l’unica alternativa reale a un confronto politico immaginato per troppo tempo senza esclusione di colpi. Da una parte e dall’altra”. E’ Mario Mauro, ministro della Difesa, a rilanciare l’ipotesi di un’amnistia generale, una soluzione anche all’agibilità politica di Silvio Berlusconi, che scongiuri il rischio di una crisi di governo. Ma il rappresentante di Scelta Civica, il partito dell’ex premier Mario Monti, viene subito smentito dal capogruppo al Senato. Gianluca Susta: “Sono decisamente contrario ad altri indulti e amnistie. Non dimentichiamo che Berlusconi è stato condannato a quattro anni e gode dell’indulto ultimo di tre anni”.
Con il passare delle ore il ‘partito dell’amnistia‘ cresce nel Pdl, ma è destinato a scontrarsi con il veto di Pd e Sel, che non vogliono “’atti di clemenza ad personam”. Sull’argomento ha espresso già più volte il suo parere anche il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, che ha dichiarato anche nei giorni scorsi che considera il provvedimento “assolutamente auspicabile”. Il coordinatore Sandro Bondi, fedelissimo del Cav, non ha dubbi: “Se due membri autorevoli del governo, come Mauro e Cancellieri, affrontano con serietà e lungimiranza il problema dell’amnistia, ciò ha un valore che non può essere eluso, sottovalutato o accantonato da chi ha a cuore le sorti dell’Italia”. Dello stesso avviso Fabrizio Cicchitto: “La proposta dei due ministri è condivisibile. Su questo terreno non si può procedere secondo schematismi ideologici, ma deve prevalere il senso di umanità”.
In realtà, riferiscono in via dell’Umiltà, l’opzione amnistia “viene accolta con molta cautela per capire cosa c’è di concreto e verrà presa in considerazione seriamente soltanto se non si ridurrà a una delle solite boutade e proposte balneari per smuovere le acque”. Per questo il partito si tiene aperte altre strade e non molla la presa sulla legge Severino. Mara Carfagna, portavoce Pdl alla Camera, scrive su twitter: “No al giacobinismo, sì al garantismo. Il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legge Severino è la scelta più giusta”.
Il Pd non ne vuole proprio sapere. “Come già più volte dichiarato nelle scorse settimane, siamo nettamente contrari a un provvedimento di amnistia”, sottolineano Danilo Leva, responsabile giustizia e Sandro Favi, responsabile carceri del Pd. Netto anche il no di Sel. Gennaro Migliore chiarisce: “Noi abbiamo sempre dato la nostra disponibilità a provvedimenti per alleviare quella che è la condizione drammatica delle carceri. Ma se si parla di amnistia si fanno delle selezioni dei reati. Certamente i reati più odiosi, quelli dei colletti bianchi, quelli che hanno prodotto come nel caso di Berlusconi l’accumulazione di ingentissimi fondi noi ovviamente non solo saremmo contrari ma non saremmo disponibili nemmeno ad aprire la discussione”. Anche il M5S punta i piedi e boccia la proposta Mauro. “Basta con queste pantomime”, dice il Movimento Cinque Stelle per bocca di Maurizio Buccarella, vicepresidente della commissione Giustizia del Senato. “E’ ora – avverte – che si ristabilisca e riaffermi con forza lo Stato di diritto e l’applicazione delle leggi”.