L'ex primo ministro in una nota ha ribadito l'importanza che "il governo non subisca diktat" e che sia "rispettata la legge". E sulla soluzione del "caso del Cavaliere" con un giro di parole ricorda che le dichiarazioni dei membri del suo partito "sono a puro titolo personale" e non ufficiali
Nel giorno del “supervertice” del Pdl ad Arcore sul caso Berlusconi, torna a farsi sentire Mario Monti. “Negli ultimi giorni, un Ministro e diversi Parlamentari di Scelta Civica hanno rilasciato dichiarazioni sul caso Berlusconi. Si è trattato di opinioni espresse a titolo personale, come contributi al dibattito in corso nel mondo politico. La posizione di Scelta Civica verrà formulata a tempo debito, su proposta del Presidente”. Il ministro Mauro (ex Pdl) si era schiarato a favore dell’amnistia, ma subito era arrivata la presa di posizione contraria del capogruppo al Senato Gianluca Susta. Ora Monti che annuncia che decidderà lui, ma “a tempo debito”, nonostante il tema delle conseguenze politiche della condanna di Berlusconi sia sul tavolo da un più di due settimane.
La chiave delle intenzioni di Monti sta probabilmente in un passaggio – a dire il vero piuttosto involuto – della sua nota. Dopo aver invocato la stabilità del governo Letta e “l’inderogabile rispetto della parità dei cittadini davanti alla legge“, il presidente di Sc cita “l’opportunità di salvaguardare, favorendone una positiva evoluzione, la più aperta articolazione del sistema politico italiano resa possibile, a partire dal 1994, dall’impegno politico di Silvio Berlusconi”. Un giro di parole che fa pensare al sostegno di una possibile “soluzione politica”. E a un possibile appoggio al Pdl in caso di ricorso alla Corte costituzionale contro la legge Severino, per fermare o almeno rinviare la probabile decadenza del senatore di Arcore. Anche se sarebbe quanto meno strano avvallare il ricorso alla Consulta contro un testo voluto da un ministro del governo guidato dallo stesso Monti e approvato dalla sua “strana maggioranza”.