Todos caballeros, tutti falchi alla corte di Silvio. Il vertice di Arcore inaugura una stagione nuova e apre interrogativi su cui il governo dovrebbe cominciare a mettere la testa. Ad esempio: è democraticamente accettabile avere un ministro dell’Interno che si rifiuta di applicare una legge votata dal Parlamento e di riconoscere una sentenza passata in giudicato?
Angelino Alfano, sottoscrivendo la dichiarazione di guerra di Berlusconi, ha rotto una tradizione di rigore politico che ha “tenuto” in ben più complesse e significative vicende: basti pensare a quando il premier cattolico Giulio Andreotti controfirmò la legge sull’aborto e il presidente della Repubblica Giovanni Leone la promulgò. Entrambi confessarono poi di aver pensato alle dimissioni, ma una terza via, quella ora scelta da Alfano – minacciare lo sfascio per ottenere una “reinterpretazione” postuma – non fu nemmeno ipotizzata, persino in un partito manovriero e spregiudicato come la Dc.
Il ruolo di Alfano, nel cupio dissolvi del berlusconismo, dovrebbe essere approfondito anche sotto altri aspetti. Schierandosi senza reticenze alla testa dell’esercito di Silvio, e dismettendo i panni di “colomba”, il capo del Viminale è venuto meno a quello straccio di terzietà che sempre è richiesto a chi occupa il suo posto e dispone di un potere quasi illimitato sugli apparati, le informazioni, i dossier, gli archivi.
Non è rassicurante, per dirne una, vedere le liste di proscrizione di magistrati pubblicate da “Panorama” e “Il Giornale” e sapere che alla guida degli Interni c’è una persona che partecipa alla stessa battaglia dei giornali di famiglia del Cavaliere. E non aiuta a star sereni l’idea che, in caso di elezioni anticipate, sarebbe quest’uomo a gestire gli adempimenti pre-elettorali ed a governare il flusso dei risultati.
Nessuno se ne è accorto? Nessuno ha niente da dire? E il Pd, che minacciò sfracelli quando si fece il nome della pasionaria Santanché per la vicepresidenza della Camera, quanto ci metterà a rendersi conto che ha un “pasionario” tale e quale in un ruolo ben più determinante?