Non far cadere il governo in nome del buon senso. Il premier Enrico Letta dall’Afghanistan cerca di calmare gli animi e conferma la volontà di andare avanti: “Torno a casa ancora più determinato all’idea che buttare a mare tutto in questo momento sarebbe una follia. Voglio lavorare perché il buonsenso prevalga e sono convinto che succederà. In caso contrario si entra in un avvitamento figlio dell’irrazionalità che non serve al paese. Il buon senso vuol dire che non bisogna andare alla crisi di governo e alle elezioni, ma lavorare alle giuste soluzioni in un quadro complesso”. E salutando a Kabul le truppe italiane, aggiunge: “Torno a Roma con più determinazione di quando sono partito. L’autolesionismo non deve essere il sentimento con cui si racconta l’Italia”.
Il primo ministro ribadisce che sull’Imu non ci sarà nessun rinvio: “Si apre una settimana con due consigli dei ministri. Sull’Imu non c’è nessun ritardo perché c’è una data, il 31 agosto e la scadenza del 16 settembre. Non mi sembra questo il tema, il tema è andare avanti con questa maggioranza”. Il Partito democratico invece, secondo Letta è all’opera per cercare di riuscire a mantenere un governo stabile per le riforme: “Il Pd sta lavorando”. E alla domanda se i suoi colleghi di partito non dovrebbero misurare le dichiarazione risponde: “Ognuno fa il suo mestiere, io faccio il mio”.
Ma l’ennesima dimostrazione che la spirale tra tenuta del governo e il destino di Berlusconi è tutt’altro che risolta arriva dal pidiellino Daniele Capezzone: ”Se perfino oggi il Premier Letta non trova di meglio se non dire burocraticamente che la ‘questione non è di sua competenza’, e che il ‘Pd sta operando nella giusta direzione’, allora vuol dire che il Primo Ministro sta scegliendo la via indicata da Ponzio Pilato. Non credo che questa direzione di marcia gli gioverà. Le conseguenze, se questa sarà la scelta definitiva, sono ormai chiare a tutti”.
I commenti sulla politica italiana arrivano dopo una giornata trascorsa tra Herat e Kabul in Afghanistan, durante la quale Enrico Letta ha ribadito l’importanza della presenza italiana. “Non lasceremo soli gli afgani”, ha detto il premier, garantendo al presidente afgano Hamid Karzai che l’Italia non abbandonerà del tutto il Paese: “solo riconsegnando l’Afghanistan al suo popolo possiamo dire che la missione è compiuta”. E ha aggiunto: “La missione Isaf, che terminerà nel 2014, deve trovare una finalizzazione positiva: noi siamo parte di un sistema in cui ognuno fa la sua parte. Nessun paese libero può sottrarsi agli impegni di stabilizzazione per la pace. Solo con la Nato, l’Onu e l’Unione europea possiamo risolvere insieme i problemi che il terrorismo e l’assenza di pace comportano”.