L’Iran minaccia “dure conseguenze” se gli Usa, che stanno valutando un intervento militare in Siria come in Kosovo , “oltrepasseranno la linea rossa”. Opzione invocata dalla Francia, ma sgradita alla Germania che pensa ancora a “una soluzione politica”. Ma gli Stati Uniti e la Gran Bretagna (ieri Barack Obama e il premier David Cameron hanno avuto un colloquio di 40 minuti) confermano una “risposta dura” nel caso fosse confermato l’uso di armi chimiche. Denunciato ieri anche dalla ong Medici senza frontiere. Anche se il regime di Assad sostiene che i gas tossici siano usati dai ribelli e non dalle forze governative. Papa Francesco: “Stragi atroci, si fermi il rumore delle armi”. Il regime di Assad, secondo la tv di Stato, ha autorizzato gli ispettori Onu a svolgere l’inchiesta vicino a Damasco nelle zone colpite dall’attacco con armi chimiche. Una decisione che non convince Washington: “Troppo tardi per essere credibile” dicono fonti dell’amministrazione Obama all’agenzia Bloomberg. La Russia mette in guardia gli Stati Uniti dal non ripetere “gli errori del passato” scatenando una guerra in Siria che avrebbe “conseguenze devastanti” in Medio Oriente.
La minaccia dell’Iran: “La guerra terroristica in Siria progettata dagli Usa”. Ci saranno “dure conseguenze” se gli Usa oltrepasseranno la “linea rossa” in Siria. L’avvertimento è del vice capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, Massoud Jazayeri. “L’America conosce le delimitazioni della linea rossa sul fronte siriano, se verranno superate ci saranno serie conseguenze per la Casa Bianca”.“L’attuale guerra terroristica in Siria – ha proseguito Massoud Jazayeri – è stata progettata dagli Stati Uniti e dai paesi reazionari della regione contro il fronte della resistenza (contro Israele) nonostante questo, il governo e il popolo siriano hanno ottenuto grande successo “, ha aggiunto il signor Jazayeri. “Chi aggiunge benzina sul fuoco non sfuggirà alla la vendetta del popolo “, ha concluso Jazayeri, secondo quanto riporta l’agenzia Fars. Il mondo non deve tollerare l’uso delle armi chimiche in Siria e Israele è “pronto” e sa come difendersi ha detto, citato dai media, il premier Benyamin Netanyahu in apertura della riunione di governo. “Ciò che succede in Siria è una tragedia e un crimine orribile” ha spiegato aggiungendo che questo “non può continuare”. “Ai regimi più pericolosi vanno proibite le armi più pericolose. Ci aspettiamo questo stop. Noi siamo pronti. Sapremo sempre come difendere noi stessi”.
Segretario della Difesa Usa Hagel: “Presidente esamina risposta militare”. “Il presidente americano Barack Obama sta ancora esaminando un’eventuale risposta militare in Siria e il Pentagono è preparato ad attuare le opzioni militari, nel caso in cui Obama scegliesse di esercitare una di queste” fa sapere il segretario alla Difesa americano Chuck Hagel. “Il presidente Obama ha chiesto al dipartimento della Difes di preparare opzioni per tutte le emergenze. Lo abbiamo fatto e siamo preparati a esercitare qualsiasi opzione, se il presidente decidesse di attuare una di queste”.
Usa e Uk minacciano una “risposta dura” se verrà confermato l’uso di armi chimiche. Gli Stati Uniti e il Regno Unito minacciano una “risposta dura” se verrà confermato l’uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco. Il presidente Barack Obama e il premier britannico David Cameron ieri hanno avuto un colloquio telefonico di 40 minuti. Una nota di Downing Street, riporta la Bbc, afferma che i due leader sono “seriamente preoccupati” dai crescenti segnali che indicherebbero l’uso di armi chimiche da parte delle forze fedeli al presidente Bashar Al Assad.Prima del colloquio con Cameron, Obama aveva convocato alla Casa Bianca un vertice del Consiglio per la sicurezza nazionale per discutere della crisi siriana. Il presidente francese François Hollande ha ribadito che ci sono “una serie di prove” sulla natura chimica dell’attacco del 21 agosto nei pressi di Damasco e “tutto fa pensare” che il regime di Assad sia “responsabile”.
Bonino: “Garantire l’immediato accesso agli ispettori Onu nelle zone colpite”. Garantire l’immediato accesso degli ispettori dell’Onu nelle zone colpite dall’attacco di armi chimiche. E’ stato questo il tema al centro di una telefonata tra il Ministro degli esteri Emma Bonino e il nuovo capo della diplomazia iraniana Mohammad Javad Zarif. La titolare della Farnesina, che ha chiamato Zarif ieri in serata, secondo quanto si apprende da fonti del ministero degli Esteri, ha ricevuto assicurazioni sul fatto che Teheran avrebbe sensibilizzato Damasco in questo senso. Il sito dell’emittente iraniana Press Tv dà contro della telefonata, parlando di un appello lanciato da Zarif. “La comunità internazionale – ha detto il ministro secondo quanto riportato dal sito – deve mostrare una seria reazione all’uso di armi chimiche da parte dei terroristi in Siria e condannare questa azione”. Zarif ha inoltre condannato l’uso di armi chimiche definendolo contrario ai principi umani e alle leggi internazionali. Il ministro degli Esteri siriano Walid al-Muallem aveva affermato che Damasco consentirà ad un team delle Nazioni unite l’accesso al sito del recente presunto attacco chimico.
L’appello del Papa alla comunità internazionale: “Si fermi il rumore delle armi”. “L’aumento della violenza” nella “guerra tra fratelli” in Siria, “con il moltiplicarsi di stragi e atti atroci, che tutti abbiamo potuto vedere anche nelle terribili immagini di questi giorni, mi spinge ancora una volta a levare alta la voce perché si fermi il rumore delle armi” dice Papa Francesco all’Angelus. “Con grande sofferenza e preoccupazione continuo a seguire la situazione in Siria”, ha detto il Pontefice aggiungendo che “non è lo scontro che offre prospettive di speranza per risolvere i problemi, ma è la capacità di incontro e di dialogo”. “Dal profondo del mio cuore, vorrei manifestare la mia vicinanza con la preghiera e la solidarietà a tutte le vittime di questo conflitto, a tutti coloro che soffrono, specialmente i bambini, e invitare a tenere sempre accesa la speranza di pace”, ha detto ancora papa Francesco. “Faccio appello alla comunità internazionale – ha concluso – perché si mostri più sensibile verso questa tragica situazione e metta tutto il suo impegno per aiutare la amata Nazione siriana a trovare una soluzione ad una guerra che semina distruzione e morte”.