“Su Imu c’è ancora da lavorare fino a mercoledì, ma possiamo farcela”. Così il vicepremier e segretario del Pdl Angelino Alfano su Twitter dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato i provvedimenti sulla pubblica amministrazione. Dopo gli ultimatum e gli annunci di crisi in caso di mancato impegno sull’abolizione della tassa sulla casa, fortemente voluta da Silvio Berlusconi, il segretario del Pdl sembra più ottimista rispetto alla possibilità che al prossimo Cdd, il 28 agosto, non ci sarà uno scontro sulle decisioni da prendere.  

Alfano ha partecipato a un vertice ristretto, nel pomeriggio, con il premier,  e con i ministri Delrio e Saccomanni. Solo ieri il vice ministro dell’Economia Stefano Fassino ricordava che appariva improbabile escludere la tassa anche sulle abitazioni di lusso. Allo stato l’abolizione dell’imposta ancora non ha copertura finanziaria totale. “Stiamo continuando a ragionare e a valutare tutte le opzioni percorribili” aveva detto in precedenza il ministro per gli affari regionali Graziano Delrio al termine della riunione. 

Nel Cdm di oggi non si è parlato di Imu, ma il prossimo Consiglio dei ministri “sarà un Consiglio intenso perché è certamente una decisione importante” ha poi ha detto il ministro della Coesione territoriale Carlo Trigilia lasciando Palazzo Chigi. 

Intanto oggi i senatori del Pd hanno presentato un ddl per modificare l’Imu per la prima casa a secondo del reddito del contribuente e taglio del 50% dell’Imu sui beni di imprese, artigiani e commercianti. “Ho depositato in Senato, in qualità di primo firmatario, insieme ai senatori del Pd Pezzopane, Cucca, Fabbri, Mirabelli, Pagliari, Ruta, Scalia, Spilabotte e Valentini un ddl sulle modifiche all’Imu. Equità, virtuosità e stabilità dei conti pubblici le parole d’ordine del disegno di legge che – spiega Claudio Moscardelli -punta a salvaguardare i cittadini in difficoltà e del ceto medio per la prima casa e a intervenire con il taglio del 50% dell’Imu sui beni di imprese, artigiani e commercianti”, spiega il senatore in una nota.

Il testo prevede per la prima casa l’introduzione di un sistema di detrazioni legate al livello del reddito dichiarato passando dai 500,00 per chi dichiara un reddito inferiore ai 10.000,00 euro ad una detrazione pari a zero per i titolari di reddito superiore a 120.000,00 euro. “In base ai dati forniti dal ministero Economia e Finanza questa modifica determina l’esenzione totale dal pagamento dell’imposta per tutti coloro che dichiarano un reddito complessivo fino a 26.000,00 che rappresentano ben il oltre il 70 % dei soggetti passivi dell’imposta municipale propria. Per i redditi tra 26.000 euro e 55.000 si avrebbe un beneficio di euro 100 in meno rispetto a quanto pagato nel 2012”, spiega il senatore Pd. Per i redditi superiori si avrebbe una contribuzione crescente con il diminuire delle detrazioni. Le risorse per finanziare questo intervento vengono recepite attraverso l’introduzione di un contributo di solidarietà sulle fasce di reddito superiore ai 100.000 euro.

Sul caso Imu è intervenuto oggi anche anche il ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato: ”Enrico Letta ha preso degli impegni precisi in parlamento e verranno rispettati. Mercoledì – ha spiegato – ci sarà il Consiglio dei ministri e verrà fatta una proposta che rispetta pienamente gli impegni presi in Parlamento dal presidente del Consiglio, il resto delle polemiche non serve a nessuno”.  

”Sull’Imu noi ci aspettiamo che il governo Letta mantenga gli impegni, e che cioè venga cancellata per tutto il 2013 l’Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli e venga fatta una riforma strutturale dal 2014. Chiamiamola Service Tax, chiamiamola Imu federalista, non cambia, purché non ci sia il gioco delle tre carte, che cioè nella Service Tax non si faccia pagare l’Imu sulla prima casa e i terreni agricoli. Quindi, patti chiari, amicizia lunga”. Così il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta, aveva detto ai microfoni del Tg2.

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